Ti è capitato di provare un senso di frustrazione nel non riuscire a raggiungere un risultato sperato? A me è successo.
Lavoro in ambito sanitario e mi occupo di riabilitazione. Il mio lavoro è appassionante. Occuparmi della salute delle persone per me è un grande onore.
In passato mi sono più volte chiesta come mai nonostante la passione, l’impegno, la motivazione, la preparazione tecnica, non sempre riuscivo ad ottenere il risultato sperato.
Non trovare una risposta adeguata mi generava frustrazione. Allora cosa ho fatto? Ho cercato “la risposta” e l’ho trovata. La risposta è in una serie di capacità che riguardano: ascolto attivo, calibrazione, attenzione alla comunicazione, visione olistica della persona.
Vediamole nel dettaglio.
Ascolto attivo
A differenza dell’ascolto, comunemente inteso come semplice passaggio d’informazioni, l’ascolto attivo è la capacità di saper ascoltare con profonda attenzione e partecipazione comunicativa. Crea un rapporto di fiducia ed è senza da giudizio.
Osservare l’interlocutore, capire il suo linguaggio non verbale, il suo tono di voce, con la massima concentrazione, aumenta la nostra capacità percettiva facilitando l’ascolto. Osservazione e ascolto favoriscono anche il miglioramento della competenza di comunicazione interpersonale.
Inoltre, l’ascolto attivo è favorito dalla capacità di porre le giuste domande, utilizzando il feedback nella comunicazione, con lo scopo di verifica e chiarimento. Questa capacità favorisce l’instaurarsi di relazioni interpersonali positive come l’empatia e la fiducia.
Non è possibile poter raggiungere un risultato terapeutico funzionale, se alla base non instauriamo un rapporto di fiducia. L’ascolto attivo è privo di qualsiasi forma di giudizio. Crea un ponte che permette di entrare nella mappa profonda del nostro interlocutore. Questo comportamento, empatico, è la chiave che ci consente di capire esattamente come il nostro paziente viva il proprio disagio, e come intenda affrontarlo.
Il rapporto di fiducia è uno dei fondamenti per l’alleanza terapeuta-paziente/cliente
Calibrazione
Altro tassello fondamentale nella relazione è la calibrazione. Calibrare significa osservare ciò che la persona sta comunicando attraverso il suo non verbale e il para-verbale. Serve a capire esattamente in quale stato psico-fisico-emozionale si trova la persona.
La persona che ha perso lo stato di salute, vive emozioni non funzionali. Viene a trovarsi in uno stato di paura, smarrimento, angoscia, depressione. Pertanto il lavoro comincia da proprio da qui.
Un buon piano terapeutico, inizia con la presa in carico dello stato emotivo della persona. Solo a questo punto le tecniche riabilitative diventato efficaci.
Osservare attentamente ed empaticamente la persona permette di:
- percepire i messaggi non verbali.
- Aumentare la nostra concentrazione, favorendo un efficace ascolto attivo.
- Contribuire alla nascita di una relazione basata sulla fiducia che precede il buon esito dell’intervento terapeutico.
Comunicazione
La comunicazione interviene a supporto del professionista e può essere considerata parte fondamentale del processo di cura. Può aumentare notevolmente il successo delle prestazioni sanitarie, creando un vero e proprio vantaggio sia per il professionista sia per il paziente.
Ascoltando attentamente le parole che pronuncia, sarà nostra premura utilizzare vocaboli che siano allineati con quelli utilizzati dall’interlocutore. Lo scopo, è di agevolare la comprensione ed evitare fraintendimenti che potrebbero vanificare il processo di cura.
Visione olistica
La visione olistica considera tutte le dimensioni umane: biologica, spirituale, psicologica, sociale, sessuale.
È essenziale considerare l’individuo in senso olistico, in quanto lo stato di benessere è frutto dell’equilibrio di tutte le dimensioni che ci compongono.
La malattia è la manifestazione di uno squilibrio causato da problematiche che interessano una o più dimensioni dell’essere umano.
L’approccio olistico apre la possibilità di ripristinare il naturale stato di salute, andando a riequilibrare le dimensioni stesse.
Parliamo dell’amore
L’amore è la panacea. “La vera guarigione inizia con l’amore per il paziente”. (C.Pagliara)
Per poter essere d’aiuto è necessario partire da noi stessi. L’amore verso se stessi è la base dalla quale dobbiamo prescindere. Deve essere la condizione che muove il tutto. Il meccanismo che anima il pensiero, le parole, le azioni, così che il nostro agire possa essere costruttivo.
Amare se stessi
Amare se stessi equivale a prendersi cura di sé. Essere in buona forma psico-fisica-emotiva.
Comincia con porre attenzione a ciò che mangi, a quanto ti idrati, all’ allenamento fisico. Abbi cura del riposo, un buon sonno notturno è fondamentale per essere performanti. Crea un buon dialogo interno, impara ad ascoltarti, è il primo passo per ascoltare gli altri.
In conclusione
L’applicazione e l’attenzione da porre nei confronti delle persone e attraverso:
- un ascolto attivo
- un’attenta comunicazione
- ponendo le giuste domande
- interessandosi di tutte le dimensioni dell’individuo che ci si appresta a “curare”
Questo permette di elevare qualitativamente la relazione, di ottenere risultati di gran lunga più soddisfacenti riducendo la durata del tempo di cura e di creare un vero rapporto di fiducia. Quest’ultimo è la miglior sfida che si possa e si debba vincere in campo sanitario al giorno d’oggi.
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