Indossa sei cappelli per risolvere un problema

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donna con cappello che guarda l'orizzonte

Hai un problema da risolvere? Non ne vieni proprio a capo e non sai cosa fare? Indossa sei cappelli diversi e mettiti a pensare nel modo giusto

Quando dobbiamo prendere una decisione, risolvere dei problemi oppure affrontare determinate situazioni la nostra mente viene invasa da centinaia di pensieri.

Nell’esplorare le possibili soluzioni queste vengono influenzate dalle nostre caratteristiche personali, esperienze passate e dalla nostra formazione che ci inducono a formulare pensieri che considerano, prevalentemente, solo determinati aspetti. Ad esempio tengono conto della logica o dell’emotività, di un atteggiamento pessimistico o, al contrario, la creazione di grandi aspettative. Tutto ciò ci porta ad una visione parziale e limitata del problema. Ci ritroviamo con una sovrapposizione o un “affollamento” di pensieri che, nella maggior parte dei casi, ci confonde.

Nel suo libro “Sei cappelli per pensare”, l’autore Edward de Bono, medico, psicologo, formatore ed esperto di organizzazione aziendale, propone un’interessante metodologia per dare la giusta attenzione e il giusto spazio a sei elementi fondamentali da considerare nell’elaborazione di pensieri funzionali.

Questi sei elementi sono: la razionalità, l’emotività, il pessimismo, l’ottimismo, la creatività e l’organizzazione.

Ognuno di questi elementi viene sviluppato “indossando”, in senso letterale o simbolico, uno specifico cappello colorato.

Il cappello e il colore

Il cappello è nato nell’antico Egitto per ripararsi dal sole e dalla pioggia. Dal Medioevo ad oggi è diventato un simbolo di eleganza, di appartenenza sociale e culturale. È diventato uno degli elementi di identificazione di attività sportive o professioni come ad esempio i carabinieri, i vigili del fuoco, i militari, i preti, i ciclisti. Indossarlo significa identificarsi e assumere un ruolo ben preciso.

Qui indosseremo metaforicamente un cappello per diventare, intenzionalmente, pensatori consapevoli. L’autore, infatti, sostiene che “considerarsi pensatori è il modo migliore per diventarlo e, se si recita la parte del pensatore, alla fine lo si diventa”.

Ognuno dei sei cappelli ha inoltre un colore specifico. Troviamo il cappello bianco, quello rosso, nero, giallo, verde e blu. Il colore di ciascun cappello rappresenta, come vedremo, una funzione precisa che evoca pensieri indirizzati esclusivamente alla funzione stessa. L’uso del colore è un preciso segnale per agevolare la nostra immaginazione.

Indossare intenzionalmente un cappello colorato ci permette di guidare in maniera consapevole il nostro pensiero verso un’unica e precisa direzione, uscendo in questo modo dai nostri soliti schemi mentali e di concentrarci su aspetti diversi del problema.

schema dei sei cappelli
Umberto Santucci

Il cappello bianco

Il bianco è il colore neutro, o assenza di colore. Indossare il cappello bianco significa considerare:

  • numeri, dati, tempi, cifre
  • fatti e informazioni (disponibili e oggettive)

È importante verificare le informazioni disponibili. Inoltre bisogna cercare quelle mancanti formulando domande precise e specifiche, ad esempio: “Quali informazioni abbiamo a disposizione?”, “Quali informazioni mancano?”, “ Lo hai verificato tu?”, “ È un fatto o una tua convinzione?”, “ Chi lo dice?”, “Dici che il processo è troppo lento. Hai dati di confronto? “.

Due sono i livelli delle informazioni:

  • fatti accertati, controllati
  • fatti creduti o riferiti (che, prima di essere agiti, devono essere controllati)

In questa fase occorre ascoltare, essere accurati, oggettivi e imparziali. Indossando il cappello bianco vengono escluse:

  • interpretazioni
  • presentimenti
  • intuizioni
  • sentimenti
  • impressioni
  • opinioni e i giudizi personali (tuttavia è possibile riferire le opinioni di altri)
  • giudizi basati sull’esperienza
  • proposte e le argomentazioni

L’immagine di un computer può riassumere i contenuti dell’indossare il cappello bianco.

Il cappello rosso

Il rosso è il colore del cuore e della passione. Il cappello rosso è dunque l’opposto del cappello bianco, neutro e oggettivo.

In relazione alla situazione che si sta vivendo o affrontando, indossare il cappello rosso significa cercare, far emergere in superficie ed esprimere:

  • emozioni (come ad esempio la rabbia, la paura, l’amore, il sospetto)
  • sentimenti (sia sensazioni che presentimenti)
  • intuizioni (cose di cui ci si è resi conto improvvisamente o giudizi basati sull’esperienza)
  • impressioni
  • tutti gli aspetti non razionali del pensiero.

Questi stati emotivi sono normalmente alla base dei nostri pensieri oppure possono subentrare in un secondo momento in seguito allo svolgersi degli eventi.
Indossare il cappello rosso ci permette quindi di esprimere il nostro stato emotivo in un momento definito e “controllato”, non come scontro. Non c’è quindi la necessità o il bisogno di giustificare o spiegare le ragioni o i motivi.

Nella pratica quotidiana ne sono esempio domande o frasi del tipo: “Mi piace!”, “Sono soddisfatto di….”, “Non sopporto che …”, ”Ho la presunzione di….”, “Ho la sensazione che ….”, “Il mio sesto senso mi dice che …”, “Sento che …”, “Sono furioso!”, “Non mi piace essere …”.

Il cappello nero

Il nero è il colore della tempesta e della toga dei giudici.

Il pensiero espresso indossando il cappello nero è un pensiero logico-negativo, sorretto da motivazioni pertinenti e convincenti (non emotive in quanto gli atteggiamenti emotivi sono propri del cappello rosso).

Valuta quindi le negatività delle cose, in modo razionale e documentato.
Il cappello nero mette alla prova i fatti; confronta, mette in luce e indica: i rischi, i problemi, i pericoli, gli errori, le lacune, i lati oscuri, le conseguenze o le conclusioni, i difetti e le possibili alternative.

Individua ciò che è falso, scorretto, sbagliato. Evidenzia errori di procedura o di metodo.
Indossando questo cappello è possibile utilizzare il passato per fare paragoni e sbilanciarsi nel futuro per mostrare le conseguenze; necessita quindi di molta inventiva.

Ne sono esempio domande o frasi del tipo: “C’è il rischio che….”, “Ti basi su informazioni vecchie…”, “Se facciamo così, succederà che…”, “Sì, ma….”.

Il cappello giallo

Il giallo è il colore del sole, simboleggia anche l’ottimismo. L’obiettivo del cappello giallo è l’efficienza.

Indossano il cappello giallo si cercano, si riconoscono e si esprimono gli aspetti positivi, vantaggiosi ed ottimistici della situazione (opposti a quelli del cappello nero) anche se non sono subito evidenti; devono comunque essere legati a fatti concreti e realizzabili, non a speranze.

Il primo passo da compiere indossando il cappello giallo è quello di identificare i vantaggi. Le nostre esperienze passate, alcuni indizi, le deduzioni logiche oppure le informazioni disponibili rappresentano la guida per cogliere opportunità, guadagni, miglioramenti e benefici che sorreggono l’ottimismo.

Successivamente, si determinano le ragioni che sono alla base dei vantaggi riscontrati.
È possibile identificare aspetti o dare interpretazioni positive anche nei fatti già accaduti.

Domande e frasi che rappresentano l’atteggiamento razionale costruttivo di questo cappello sono: “Quali sono le opportunità?”, “Per ottenere questo, potremmo fare ….”, “Gli aspetti positivi sono…”, “Per fortuna succede che…”, “Le cose stanno andando male, tuttavia…”, “Finora è andata così, ma da ora…”.

Il cappello verde

Il verde è il colore dell’erba. L’obiettivo del cappello verde è il cambiamento.

Indossando il cappello verde ci si prende del tempo per entrare in un ruolo creativo che ci permette di uscire dagli schemi e produrre nuove idee, concetti, metodi, opzioni o alternative; si affrontano

Nella pratica quotidiana esempi di domande o frasi utilizzate indossando questo cappello sono: “Esistono altre alternative?”, “ Si può fare in un modo diverso?”, “A cosa mi porta ciò?”, “Prova a vedere la cosa da un’altra prospettiva”, “Questo va bene, ma cerca altre idee”, “Esci dai tuoi soliti schemi”.

Il cappello blu

Il blu è il colore del cielo. Il cappello blu ha diverse funzioni.

Indossarlo può significare:

  • fissare obiettivi specifici al nostro pensiero (pensare al modo di pensare), seguire in maniera critica l’evolversi dello stesso, prendere nota e commentare ciò che si osserva
  • definire un obiettivo e non allontanarsi da esso
  • mettere a fuoco il problema (facendo per esempio domande esplorative o mirate, definendo il contesto)
  • definire alternative

Il suo obiettivo principale è quindi il controllo, la pianificazione e l’organizzazione del pensiero in quanto il modo in cui pensiamo condiziona il nostro sentire e, di conseguenza il nostro agire.

Tale funzione si esplica anche nel momento in cui si:

  • presiedono o si moderano degli incontri
  • assegnano compiti o si fanno rispettare le regole
  • supervisiona
  • fanno resoconti.

Un’immagine che può rappresentare questo cappello è quella del coreografo che stabilisce i passi di danza.

Frasi o domande tipiche di questo cappello sono: “Chi?, Come? Dove?, Quando? Perché? Con quali obiettivi? A vantaggio di chi? Contro chi?”, “Quali risultati vogliamo ottenere?”, “Come verifichiamo se la cosa funziona?”, “La mia scala di priorità riguarda…?, “Ci siamo allontanati dall’obiettivo; torniamoci sopra”.

Conclusione

Indossando i diversi cappelli entri in ruoli differenti, esci dal tuo modo di pensare e vieni spinto a cambiare punto di vista. I sei cappelli ci rendono più consapevoli del nostro modo di pensare, delle nostre convinzioni facendoci uscire dalla nostra zona di confort.

Indossare metaforicamente questi cappelli è un buon metodo per allentare tensioni e discussioni e ragionare in modo costruttivo.

Tutti possono diventare bravi a cambiare cappello, il modo più semplice per diventare abili in questo è facendo pratica. In questo modo passerai da un ruolo all’altro più velocemente, diventerai più consapevole di come ti avvicini ad un problema e potrai trovare una soluzione che non immaginavi.

È un metodo che aiuta anche a sfidare se stessi. Interpretando i diversi ruoli ti obblighi a guardare le cose da punti di vista differenti e a focalizzare la tua attenzione su una cosa alla volta.

Sei pronto ad indossare i sei cappelli?

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