Quanti genitori si sono trovati almeno una volta di fronte ad uno spiazzante capriccio del proprio figlio senza capirne il motivo e considerandolo un tantino esagerato? Probabilmente tutti i genitori
Ma siamo proprio sicuri che le lamentele dei bambini nascano da richieste bizzarre? Potrebbero, invece, essere espressione di una necessità, di un bisogno da soddisfare?
Soddisfare i bisogni dei bambini rientra nella dinamica del capriccio che altro non è che una loro richiesta verso i genitori.
Nostro figlio ci sta comunicando qualcosa e conoscere i bisogni può essere un valido sostegno per comprendere cosa cerca.
Dopo i bisogni primari, legati ad esigenze fisiologiche dell’uomo ve ne sono altri, legati alla parte più emotiva e psicologica. Sono i bisogni di secondo livello, così chiamati perché seguono per gerarchia i primari.
Analizziamo ora i bisogni secondari. A differenza dei precedenti non sono legati alla fisiologia, ma a necessità interne che sono in contatto con la parte profonda di noi, quella emotiva.
I bisogni ancestrali di secondo livello sono:
- Sicurezza e controllo
- Amare ed essere amati
- Autoaffermazione e riconoscimento
- Libertà
- Creare e produrre
- Provare piacere
- Sicurezza e controllo
Il bambino fin da piccolissimo ha impresso nel suo Dna l’istinto di sopravvivenza, questo lo porta a sapere che senza la madre non può vivere.
Quando il bambino cerca sicurezza e accudimento automaticamente la madre soddisfa il bisogno di controllo su di sé e sulla sua creatura. È l’incastro perfetto non solo perché si placano gli animi e il bambino smette di piangere ma anche perché in quei momenti mettiamo dei mattoni fondamentali per la costruzione della sua personalità. Il sentirsi riconosciuto come individuo permetterà al bambino di iniziare a costruire la propria autostima. Un bambino ascoltato sarà un bambino sicuro.
Anche il bisogno di controllo è legato all’istinto primordiale di sopravvivenza. Implica in sé anche il fatto di prevedere le conseguenze degli eventi, ad esempio: “se piango, mamma viene”, vuol dire che io esisto e mamma lo sa. Mamma è qui per me. Il bambino deve controllare ciò è nella sua natura.
L’analisi dei bisogni ci dà la possibilità di comprendere in maniera più profonda cosa il bambino ci chiede e perché.
Amare ed essere amati
L’amore è il vero bisogno che ci tiene vivi, grandi e piccoli. È il fulcro delle relazione che racchiude in sé quasi tutte le emozioni che un individuo può provare.
Il bambino ha bisogno di amare, di esprimere il suo amore e dar vita a questo sentimento. Se noi siamo i primi a viverlo con spontaneità lo farà anche lui.
Una famiglia che cresce nell’amore significa per il bambino vivere in luogo dove conflitti o divergenze vengono visti come momenti transitori, indispensabili per la crescita della relazione.
Autoaffermazione e riconoscimento
Questo bisogno si soddisfa quando sentiamo di valere. Quando abbiamo la conferma di ‘essere’ qualcosa per noi stessi e per gli altri.
Se un bambino sente la stima e la presenza positiva dell’adulto può tutto, lo stesso vale per l’adulto nel ruolo di genitore.
Come si fa a soddisfare nei bambini il bisogno di riconoscimento? Semplicemente rimandandogli la loro unicità e le loro capacità.
Riconoscere un bambino significa vederlo. In un mondo in cui siamo sempre più di corsa, i bambini rischiano di non sentirsi visti.
Un metodo infallibile per soddisfare questo bisogno è lavorare sulle potenzialità.
Nutrendo questo bisogno del bambino contemporaneamente nutriremo anche il nostro di autoaffermazione e riconoscimento nel ruolo genitoriale.
Nel sistema famiglia il benessere è direttamente proporzionale, se sale quello del bambino sale anche quello del genitore, mentre molto spesso siamo portati a pensare al contrario, cioè che aumentare il benessere del bambino implichi forzatamente una diminuzione di quello del genitore.
Libertà
La libertà è un tema importante poiché tra i luoghi comuni c’è l’idea che se hai famiglia e figli non sarai più libero.
Il concetto di libertà è molto soggettivo essendo questo oltre che un bisogno anche un valore. Ogni genitore deve soffermarsi e dare la sua spiegazione di come vive la libertà. Siamo tutti diversi, perciò, aspettiamoci numerosi punti di vista sull’argomento.
I bambini vanno educati alla libertà, al diritto di avere la loro ed al dovere di rispettare quella altrui.
C’è inoltre un’altra libertà, quella del sistema famiglia. Se pensiamo alla famiglia come ad un sistema possiamo immaginarla divisa in parti come se fosse una macchina che può funzionare solo se ogni meccanismo è al suo posto. Siamo parti di un progetto più grande. Ognuna indispensabile con una sua precisa funzione. Ognuna delle quali richiede attenzioni e ne sa dare.
Provare piacere
L’uomo ha la necessità psicologica di provare piacere. Da quello fisico per arrivare ad un senso di appagamento, di benessere e di capacità di godere dei propri risultati.
Nella nostra cultura, soprattutto, nel passato la ricerca del piacere, legato alla sfera sessuale è sempre stata legata ad un senso di proibito, di tabù, di peccato, eppure è parte dell’uomo.
Anche nel bambino la ricerca del piacere è costante sia da piccolissimo, quando cerca il contatto e il calore della madre, sia crescendo nella scoperta del proprio corpo che spesso gli viene vietata con un netto non si fa.
Vivere con serenità il piacere gli permetterà di sentirsi leggero e di entrare in contatto con la parte di sé più intima. Allo stesso tempo la soddisfazione di questo bisogno nel nostro bambino, che non è legata solo al piacere fisico, ma anche alla capacità di autocelebrarsi, permetterà a noi adulti di abbattere certe convinzioni limitanti che inibiscono anche la nostra capacità di provare piacere
Creare e produrre
I bambini devono avere il loro spazio per poter lavorare, e dovrebbero essere lasciati liberi di farlo. La mano è l’organo per eccellenza attraverso il quale l’uomo ha dimostrato la propria superiorità intellettuale, sia per i lavori che con essa si compiono sia per i linguaggi che essa possiede.
Le nostre mani sono un mezzo efficace di comunicazione e creazione. Per Maria Montessori la prima affermazione dell’io, della parte più profonda dell’essere umano. In effetti se approfondiamo l’argomento la nostra creatività nasce da un bisogno di espressione, che dall’interno spinge per sbocciare all’esterno, la stessa cosa vale per il bambino, creare è affermare io esisto.
Troppo spesso le preoccupazioni dei genitori bloccano lo spirito creativo produttivo dei bambini, perché non vogliamo che si facciano male, si sporchino, rovinino le nostre cose. Questo ci porta a riprenderli più volte e a invitarli a giocare con i loro giocattoli.
Insegnare a soddisfare i bisogni
La conoscenza dei bisogni e la loro relativa soddisfazione permette al genitore di maturare una consapevolezza nuova attraverso uno strumento semplicissimo che è l’osservazione.
È possibile insegnare a soddisfare i propri bisogni? Come fare? Nel modo che piace di più ai bambini: giocando.
Possiamo inventarci dei personaggi, come nel film Inside out, in cui ogni soggetto rappresentava un’emozione. Possiamo fare lo stesso con i bisogni. Un bambino che riconosce le proprie necessità avrà nella vita una marcia in più.
Conflitti tra i bisogni, perché il ruolo di genitore diventa così complicato?
Il conflitto, non dev’essere considerato negativamente, ma come un campanello. Quando scatta il conflitto qualcosa va aggiustato creando l’armonia tra le parti stesse.
Il punto di partenza per lavorare quando c’è un conflitto è trovare la caratteristica positiva di ogni parte, nello specifico nel sistema famiglia le parti sono i bisogni degli adulti e quelli dei bambini, hanno entrambe molte ragioni positive per tirare la corda dalla loro.
Armonizzare le parti significa fonderle nella loro massima positività. Pensate che forza d’impatto avrebbe un nucleo familiare all’interno del quale si sommano le caratteristiche positive delle parti unendole in un unico bisogno globale in grado di superare il conflitto.
Il singolo in questo caso scompare lasciando la scena ad un tutto che vale di più della somma dei singoli.
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