Mindfulness in famiglia per vivere più sereni

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mamma, papà e figlio sul letto che giocano

Ci sono momenti in cui tutti noi sentiamo quella sensazione, come di fastidio, di non vivere appieno le vostre vite. Come genitori, invece, può capitare di essere impegnati in diverse attività contemporaneamente tanto da essere assenti per i nostri figli. E loro venire rimproverati dai nostri figli che vogliono la nostra totale attenzione.

Ti sei mai ritrovato in questa situazione? Nessun problema, un aiuto arriva dalla mindfulness.

Cos’è la Mindfulness

Possiamo considerare la Mindfulness come una “filosofia di vita”, un modo di approcciarsi e vivere la realtà, la quotidianità.

Con il termine Mindfulness, quindi, si intende un approccio alla vita consapevole, un modo di pensare e di affrontare il quotidiano nel qui e ora. È una pratica che aiuta a godere di ogni emozione, sensazione, impressione che offre il presente, perché vivere il presente significa assaporare e godere delle piccole gioie che esso ci dà.

Spesso il senso di infelicità che sentiamo è dovuto alla nostra insoddisfazione, al desiderio di voler di più rispetto a quello che abbiamo, di essere proiettati nel futuro o vivere nel passato. In sintesi aspiriamo al domani, rimuginiamo sul passato e non viviamo il presente. Questo genera un senso profondo di incompletezza e frustrazione.

Un’altra caratteristica della Mindfulness è permettere a chi la pratica di andare oltre il giudizio. Tutti noi viviamo durante le nostre giornate momenti buoni o cattivi, felici o infelici e tendiamo a demonizzare quelli che ci appaiono negativi.

In realtà questa categorizzazione rigida delle emozioni non sempre è funzionale al nostro benessere. Molto spesso momenti che giudicavamo negativi ci hanno permesso di far sbocciare in noi risorse che non pensavamo di avere.
Il dolore e la gioia sono facce della stessa medaglia, una non può esistere senza l’altra.

Bisogna imparare ad accettare e vivere i momenti più critici. Soprattutto perché, spesso, quello che sentiamo dentro di noi sono solo una serie di pensieri che scattano automaticamente nella nostra mente generando ad esempio

insoddisfazione, senso di sfiducia, tristezza. In realtà un pensiero non è altro che un pensiero. Se cerchiamo di scacciarlo si riproporrà più volte. Lasciamolo fluire, lasciamogli fare il suo corso senza dedicargli tutta la nostra energia e concentrazione.

Giudizio e genitori

Questa tendenza al giudizio è presente anche nei genitori. Si tende ad etichettare i comportamenti e gli atteggiamenti dei propri bambini in buoni o cattivi in base alle emozioni che suscitano in noi. Questo modo di agire può risultare molto limitante per la relazione, perché non si riesce a comprendere la motivazione che induce il bambino ad avere tali comportamenti. Di conseguenza gli verrà insegnato che ciò che non è buono dev’essere “soppresso”, non deve uscire.

Vi rendete conto che questo non è possibile?

Questo non significa non dover indirizzare i propri figli. Le regole sono alleate preziose per la loro crescita, ma è più vantaggioso sollevarlo dal binomio bravo-cattivo, giusto-sbagliati, bene-male.

Come si fa?

È semplice. Invece di dirgli che è stato cattivo, parola che lo ferisce fortemente, bisogna spiegargli il sentimento che ha suscitato in noi, rimanendo accoglienti e ricordando che non esistono bambini cattivi.

mamma che gioca col figlio

Esercizi di Mindfullnes

La corrente della Mindfulness ci propone svariate tecniche di meditazione e concentrazione su eventi e situazioni quotidiane che ci permettono di vivere con una maggiore consapevolezza il nostro presente.

La consapevolezza di sé parte dalle piccole cose quotidiane, come assaporare un cibo o essere pienamente coscienti durante un’attività quotidiana che svolgiamo automaticamente, come guidare la macchina.

Imparare a riconoscere quando il pilota automatico prende il sopravvento è il primo passo per iniziare a liberarci di lui e vivere realmente il nostro presente.

Se sei un genitore ti sarà capitato più volte di sentire che nella relazione con tuo figlio manca qualcosa, di sentirti incompleto, di vederlo crescere senza godertelo appieno.

A volte questo accade perché i ritmi di oggi sono frenetici. Ci dedichiamo a tante cose contemporaneamente e la nostra mente e talmente sovraccarica di pensieri, incombenze, cose da ricordare che il cervello procede a rilento.

È come se parte della nostra energia fosse succhiata da faccende che non sono proprie del momento che stiamo vivendo, ma che sono del passato o del futuro.

Bambini nel qui ed ora

I bambini possono essere dei veri maestri nell’insegnare a vivere il qui e ora. I bambini sono nel presente, soprattutto quelli piccolissimi, vivono letteralmente un attimo dopo l’altro. Sono dei veri e propri maestri di concentrazione e consapevolezza. Per i piccoli ogni momento è eterno e non spostano da esso la propria attenzione.

Quando un bambino scopre un gioco, o un’attività, che gli piace e desidera imparare si concentra solo in quella. La ripete fino allo sfinimento. Non esistono né pause né orologi. Il tempo si ferma al piacere e all’immensità della scoperta che hanno di fronte.

La curiosità rende consapevoli di ogni azione, di ogni dettaglio.

Gli adulti ed il qui e ora

Gli adulti, purtroppo, hanno perso questa curiosità. Agiscono sempre allo stesso modo, ripercorrono sempre le stesse strade. Hanno perso il fascino della prima scoperta. Viviamo momenti standard. Viviamo la vita senza viverla.

Nel ruolo di genitore riacquisire la presenza può dare veramente una marcia in più alle nostre relazioni, permettendoci di avere con loro del tempo di qualità. Il gioco, in particolare, può essere un buon inizio. Immergiamoci nel piacere, permettiamoci, per ina mezz’ora al giorno di dedicarci solo a noi e al divertimento. Potremo fin da subito notare i benefici sul bambino e su di noi.

La presenza consapevole del genitore nel gioco ha tre funzioni fondamentali per il bambino:

  1. rafforza la sua autostima e il suo senso del sé. Nei primi anni di vita infatti uno dei bisogni fondamentale per i figli è quello di ricevere amore incondizionato da parte dell’adulto. Bambini che hanno giocato spensierati e amati saranno genitori che riproporranno tale schema relazionale.
  2. Rafforza in lui il senso del presente, l’unicità dell’attimo e la capacità di gioire di piccole cose.
  3. Ha il potere di donare leggerezza e spensieratezza all’adulto, di evadere dalla quotidiana concretezza per rifugiarsi in un mondo di sogni ed infinite possibilità. Il gioco è un momento sublime in cui ogni cosa è a portata di mano, in cui l’immaginazione colora per noi scenari favolosi.

3 consigli pratici

  1. No multitasking. È la tendenza a fare più cose insieme, incastrando impegni, telefonate, gestione dei figli e della casa. I bambini lo sentono e richiederanno ancora di più la vostra attenzione mostrandosi nervosi e sentendo di non essere ascoltati.
    Per iniziare ritagliatevi 30 minuti di tempo da dedicare esclusivamente al gioco con vostro figlio. Sono molti se non siete abituati.
  2. Dimentica il cellulare. Dovete essere totalmente presenti nel gioco. Il cellulare è una distrazione molto potente. Oramai molti di noi ne sono schiavi, ma la sua principale funzione è proprio quella di non farci vivere il presente.
  3. Lasciatevi andare. Permettetevi di tornare bambini. Lasciate le zavorre e la pesantezza del quotidiano e divertitevi.

Ridere è sicuramente uno dei modi migliori per vivere appieno il nostro presente.

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