Emozioni, riconoscile e vivile

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coppia entusiasta

Le emozioni, per molti anni, sono state considerate come una debolezza, un problema a cui far fronte. Lasciarsi guidare dalla parte più emotiva di noi significava ostacolare la parte logica quella più evoluta della nostra mente, quella razionale e risolutiva. Oggi, invece, sappiamo che le emozioni sono fondamentali per una vita serena, per i rapporti sociali e per esprimere la propria unicità. Come facciamo, quindi, per non essere sopraffatti dalle emozioni?

A tutti sarà capitato di perdere il controllo perché le emozioni hanno preso il sopravvento sulla parte razionale. A chiunque sarà capitato di non essere stato in grado di controllare un’emozione, un vissuto, una difficoltà, una paura con conseguente incapacità di essere lucido tanto da avere comportamenti inadeguati.

E allora cosa fare quando l’emotività prende il sopravvento sulla parte razionale?

Un argomento tanto affascinante quanto complesso al centro degli studi sull’intelligenza emotiva, quella branca della psicologia che studia il nostro cervello emotivo. Per capire come gestire le emozioni bisogna prima capire com’è strutturato il nostro cervello.

Come è fatto il nostro cervello

Il nostro cervello è l’organo più grande del nostro corpo, pesa circa un chilo e mezzo, si trova all’interno della testa ed è ben protetto dal cranio. Secondo il neurologo Paul MacLean il cervello è trino ovvero è diviso in 3 parti.

MacLean ideò questa teoria nel 1962 con lo scopo di descrivere le funzioni evolutive dell’encefalo. In sintesi questa teoria suddivide il cervello in: “cervello rettile”, il più antico, quello “limbico”, deputato all’emotività, e poi la “neocorteccia” che comprende tutte le nostre abilità umane (linguaggio, pensiero logico, creatività…).

Funzionamento integrato di varie parti del cervello 

Nel caso della gestione delle emozioni sappiamo che il luogo in cui nascono è l’amigdala, che svolge il ruolo di mediatore centrale delle emozioni. È la nostra sentinella che fa scattare la nostra emotività quando riviviamo eventi simili. L’amigdala, infatti, memorizza le sensazioni emotive di un evento immagazzinando un’enorme quantità di ricordi emotivi.

Per questo motivo più forte sarà l’episodio che ha scatenato quelle risposte emotive, tanto più sarà forte la risposta dell’amigdala dinanzi ad una situazione simile o uguale. Ma affinché scaturisca un’emozione entrano in gioco altre 3 alleati:

  • L’ippocampo, sito nel lobo temporale, è una delle zone più ancestrali dell’encefalo umano. Senza l’ippocampo non potremmo avere una nostra identità, poiché è l’area che si occupa della memoria e dell’apprendimento. Grazie a questo ricordiamo quello che ci è accaduto in passato costruendo la nostra personalità modellandola in base alle esperienze.
  • L’ipotalamo, si trova sotto il talamo e collega il sistema nervoso a quello endocrino regolando i comportamenti legati alla sopravvivenza, come alimentarsi, fuggire, riprodursi, lottare. L’ipotalamo collega le informazioni tra l’ippocampo ed il talamo.
  • Il talamo, è una sorta di sorvegliante. Apprende, seleziona e controlla le informazioni sensoriali apprese in ogni esperienza. In questo modo decide quali sono le emozioni e pensieri consentiti, bloccando quegli impulsi considerati dannosi per la persona.
  • La corteccia pre-frontale, controlla lo stato emotivo, l’umore, la capacità di ragionamento. Questa parte entra in gioco nelle emozioni complesse come gelosia, tristezza o amore, con le sue funzioni più “evolute” per gestirle al meglio.

Dopo tutti questi passaggi le emozioni arrivano al corpo attraverso il cervelletto generando varie reazioni. Una volta che sentiamo l’emozione nel corpo questa rimane più viva nella memoria emotiva. Questo significa che apprendiamo più facilmente quando viviamo un’esperienza emotiva positiva, mentre tendiamo a dimenticare nel caso di una negativa.

Provare emozioni belle ci fa rilasciare gli ormoni “buoni” e quindi ci sentiamo bene, siamo felici, al contrario rilasciamo ormoni “cattivi”, come il cortisolo (conosciuto come l’ormone dello stress), quando proviamo emozioni negative.

Libro di Antonio Pipio, Emozionalmente: Le emozioni e la menteCosa sono le emozioni

Le emozioni sono la nostra “benzina”, il nostro indicatore che ci comunica se in quel momento ci sentiamo felici, arrabbiati, tristi o abbiamo paura.

L’emozione inoltre è qualcosa che ci fa riflettere, è una reazione a stimoli che abbiamo percepito, a eventi che abbiamo in qualche modo vissuto.

Ogni emozione, quindi, rappresenta un messaggio, un segnale proveniente dal mondo interiore della persona che va innanzitutto ascoltato, riconosciuto e identificato, piuttosto che giudicato o interpretato.

Emozioni come paura, ansia, tristezza, rabbia, non bisogna combatterle. Bisogna imparare a comprenderle, in questo modo sarà più semplice affrontarle e gestirle nella vita di tutti i giorni.

Come elaborare e comprendere le emozioni

Ogni volta che proviamo emozioni, nel nostro corpo vi è un accumulo di energetico, che deve necessariamente trovare una via di sfogo. In parole semplici, l’energia ha bisogno di una direzione indipendentemente dalla causa. Infatti, la causa è rilevante, ma non così importante. Risulta, invece, fondamentale come ci comportiamo, come reagiamo e cosa facciamo di questa energia. Le emozioni come tutte le cose hanno due lati, uno è caratterizzato da cosa proviamo e l’altro da come lo esprimiamo.

Quindi il primo passo per comprendere le proprie emozioni si chiama “Consapevolezza”. Essa ci permette di vivere in armonia con noi stessi e trovare il nostro equilibrio psicofisico. Per poter afferrare il concetto di equilibrio psicofisico emozionale dobbiamo comprendere che le emozioni che viviamo si basano su modelli condizionati e inconsci del nostro passato. Quasi mai si basano sulla libera scelta. La libera scelta è una decisione cosciente.

Categorie emozionali

Possiamo suddividere le emozioni in due categorie, piacevoli o spiacevoli, al fine di sapere cosa fare per modificare una determinata sensazione.

Spesso, purtroppo, si è portati a concentrarsi sul malessere correndo il rischio di rimanerne avvolti condizionando così le giornate. Questo atteggiamento è generalmente reattivo, ovvero persone che reagiscono esclusivamente al problema vedendone il bicchiere mezzo vuoto. Invece, per creare un sano equilibrio psicofisico emozionale, è necessario essere proattivi concentrando il focus 10% sul problema e 90% sulla soluzione. Bisogna tener presente anche che cercare di risolvere situazioni utilizzando gli stessi comportamenti e azioni porta risultati ininfluenti (“non si può risolvere i problemi agendo con la stessa testa che li ha creati”).

In questi anni mi sono dedicato intensamente allo studio di un protocollo che potesse aiutare le persone a comprendere meglio gli stati emotivi facendo sperimentazione su oltre 300 persone con risultati davvero ragguardevoli. Tale studio ora è diventato uno strumento importante dell’attività svolta Health Coaching Academy nell’ambito dell’Health Coaching.

Come riconosciamo le emozioni?

disegno cervello metà grigio e metà colori

Molte persone non sono in grado di esprimere le proprie emozioni, non riescono a capire cosa stanno provando in un determinato momento perché non sanno interpretare bene i segnali inviati dal proprio corpo. Siamo talmente abituati ad associare le emozioni a un sentimento, che non ci rendiamo conto che in realtà tutte le emozioni partono da una sensazione fisica.

Questo significa che non importa se non siamo in grado di dire nello specifico quale emozione stiamo provando, perché possiamo entrare in contatto con essa prestando attenzione a cosa succede al nostro corpo.

È il corpo che ci dice cosa stiamo vivendo in quel dato momento.
Vediamo come viverle in modo efficace con maggiore consapevolezza attraverso il protocollo C.L.I.C.K.

1) Consapevolezza e ri-Cerca

Prendi consapevolezza dell’emozione o dello stato in cui ti trovi in quel momento o che hai provato durante la giornata oppure di quel periodo. Senti, ascolta e percepisci dov’è localizzata a livello fisico/corporeo cioè quali informazioni arrivano dal tuo corpo.
Ora, localizza esattamente in quale parte o parti del corpo senti questa sensazione e osservane le sfumature. Dai un valore in termine percentuale (%) da 0 a 10 quanto è forte?
Rispondi cercando in maniera sincera (è inutile mentire a sé stessi) la risposta dentro al tuo cuore. Per farlo è necessario accettare ciò che senti e la risposta che dai. Lascia fluire le informazioni senza freni. Stai nel qui e ora il tempo necessario.

2) Libertà e Limbico

Libera l’energia attraverso le risposte che darai a te stesso. Le risposte liberano spazio e creano i presupposti per focalizzarsi maggiormente su ciò che è importante e per dirigere le nostre energie verso l’azione. Individua ed elimina ogni elemento frustrante, come gli schemi di comportamento e di pensiero che non sono più funzionali al tuo benessere.
Inizia un processo di training del tuo sistema limbico educandolo a prendere sempre meno il sopravvento. Questo è possibile solo dandosi risposte costantemente.
Sentiti libero di pensare, di agire e di dirti onestamente ciò che vuoi e che non vuoi più. Impara a dire di no prima di tutto a te stesso.

3) Identifica, Integra, Introduci, Includi

Identifica esattamente cosa vuoi e cosa non vuoi. Se vuoi aiutati con un taccuino e scrivi tutto quello che intendi rimuove, cambiare e modificare e quello che, invece, vuoi perseguire, mantenere e rinforzare. Fatto ciò integra tutte le informazioni che hai acquisito dall’osservazione e dall’ascolto del tuo corpo. Rendi cosciente la tua mente della necessità di tramutare tali risposte in nuove azioni da inserire nella tua quotidianità. Quindi introduci questi nuovi schemi di pensiero e di comportamento nella tua quotidianità e cerca di includere là dove è possibile le interferenze. Inserisci tempi di recupero necessari alla tua fisiologia.

4) Costruisco, Creo e Cambio Stato

Ora hai la capacità di costruire nuovi schemi di comportamento. Tale attività necessita di una strategia al fine di diminuire sempre più nella tua vita quel tipo di sensazione. Per strategia si intende il cosa, il come, il quando fare una determinata attività; il cosa, come e quando agirla e/o pensarla.
Cambia il tuo Stato. Dai la possibilità al tuo corpo di tornare nella fisiologia ottimale concentrandoti sulle tre A:
Atteggiamento mentale: dove e come dirigi la tua attenzione.
Alimentazione: cosa introduci nel tuo corpo e come lo nutri.
Allenamento: fai almeno 30 minuti di attività fisica ogni giorno così da innescare la produzione di endorfine, ormoni fondamentali per autostima e benessere

5) Karma

Karma in sanscrito (antica lingua indiana) significa azione, scelta. Decidi e agisci le tue scelte quotidianamente, agisci ciò che decidi. Il Karma è in sostanza l’insieme di azioni delle esperienze passate. Prendete nota mentalmente: tutte le azioni generano ricordi. Questi stessi ricordi creeranno un nuovo desiderio di soddisfare ciò che non è stato risolto. Il desiderio che manifestiamo ci spingerà all’azione che ci condurrà al Karma. Se non elaboriamo le nostre emozioni possiamo vedere quello che succede: restiamo intrappolati in un circolo vizioso che si rinforza da sé. Le circostanze varieranno, ma il modello sottostante sarà lo stesso. Comprendendo e accettando questa legge otterremo maggiore resistenza e flessibilità al fine di superare in maniera più agevole le difficoltà della vita.

In conclusione

“Dare spazio alla vera emozione” permetterà di avere ben chiaro ciò che si desidera, rifiutare qualcosa o qualcuno che non si vuole in quel momento, comunicare a chi ci sta vicino il proprio mondo interiore e… la cosa più importante: Essere se stessi!

 

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