Avere più consapevolezza per migliorare la vita la lavoro

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computer e tazza con panorama rilassante

La consapevolezza per Allenare la presenza mentale, ovvero la capacità di stare nel qui e ora, è fondamentale per ridurre lo stress, migliorare la concentrazione e la produttività e favorire l’armoniosa comunicazione nella relazione con se stessi e con gli altri.

Questo articolo ti spiega cosa significa la consapevolezza di stare nel presente e quali sono le modalità con cui attivarla ogni volta che ne hai bisogno.

Lavorare per vivere o vivere per lavorare?

Il lavoro dovrebbe essere il mezzo attraverso il quale esprimere le nostre capacità, la nostra personalità e, al tempo stesso, che ci permetta di guadagnare la quantità di denaro necessaria per soddisfare i nostri bisogni materiali.

Ma è sempre così?

Quanti riescono davvero a monetizzare il lavoro dei loro sogni?

Quanti, invece, svolgono un lavoro che non li soddisfa affatto e lo fanno solo per uno stipendio alto o sicuro?

Hanno paura di rimettersi in gioco, per comodità, per la sicurezza del posto di lavoro, ma come sarà la qualità delle loro giornate?

Al lavoro si trascorrono molte ore, dimenticando che è sempre tempo della nostra vita, eppure quante volte ti è capitato di sentire rispondere alla domanda “cosa fai nella vita?” una risposta di questo genere: “di giorno faccio questo lavoro, ma nella vita vera mi dedico a questo”.

Esiste una vita vera e una vita finta? Forse, per molti, purtroppo si!

Distinguere tra tempo lavorativo e tempo libero riduce moltissimo la nostra gioia e riuscita professionale. Il punto di svolta è capire che quel tempo trascorso al lavoro, comunque passa, e non viene restituito. È nostra responsabilità scegliere il modo in cui trascorrerlo e che tipo di qualità assegnare a quelle ore. È proprio questa la differenza tra sopravvivere e sentirsi realizzati ed appagati anche sul posto di lavoro, qualsiasi esso sia.

Praticare la presenza mentale in qualsiasi cosa facciamo permette di far diventare il lavoro uno strumento potente per aumentare il livello di qualità della vita, del benessere e realizzare un tessuto relazionale in cui essere portatori di pace e armonia, oltre che sentirsi realizzati in ciò che si fa. Perché come diceva Leo Buscaglia “Non è ciò che fai, ma il modo in cui lo fai”.

Lo scollamento, o distacco, tra corpo e mente è un disagio sempre più frequente in tutti coloro che si alzano al mattino per raggiungere un posto di lavoro nel quale continuano a guardare l’orologio in attesa di andarsene. In questo tempo accade che il corpo, rimane fisicamente in un posto (che sia alla scrivania, alla catena di montaggio, al bancone, in un laboratorio ecc…), ma la mente produce pensieri e frasi che trasportano, spesso anche, immagini di situazioni future in cui si vorrebbe essere, o passate su cui rimuginare.

Questo distacco provoca una reazione del corpo che si manifesta con disagi psico-fisici-emozionali come stati d’ansia, senso costante di urgenza e allerta, irritabilità, scatti d’ira, disturbi al sonno, minor livello di concentrazione (con la conseguente riduzione della produttività), maggior possibilità di compiere errori, frequenti distrazioni perché si fa una cosa mentre si pensa ad altro ecc… disagi che poi devono essere compensati (spesso in modo disfunzionale) per tamponare il senso di irrequietezza interiore.

Per correre bisogna andare piano

Per raggiungere un risultato o un obiettivo o, ancora, assolvere a tante attività in circostanze di urgenza, o quelle in cui il tempo è poco, occorre concentrarsi con i pensieri e con il corpo in una sola cosa alla volta impegnandosi solo ed esclusivamente su quella. La percezione del tempo segue la qualità dell’emozione che si prova in quel momento, motivo per cui il tempo felice pare trascorrere velocemente e quello triste, al contrario, non passa mai.

La presenza mentale (o consapevolezza) è l’atto di portare tutta l’attenzione, i pensieri e l’intento verso ciò che si sta succedendo nel momento presente.

Come si fa? Da dove cominciare?

1. Si comincia con la consapevolezza del respiro, seguendo la sincronia che avviene tra l’inspirazione/espirazione e il movimento dell’addome che in modo spontaneo tende rispettivamente ad alzarsi/abbassarsi. Quando la mente è assorta e totalmente concentrata nel verificare che questa sincronia sia sempre rispettata ecco che accade una cosa meravigliosa: il flusso dei pensieri superflui lasciano la mente e si fa spazio ad una sensazione di leggerezza, chiarezza e inaspettata lucidità che libera energia, spingendo all’azione con fiducia.

La consapevolezza del respiro unifica mente e corpo e ci mantiene nel momento presente, totalmente vivi nel qui-ed-ora. A questo punto si diventa davvero presenti e consapevoli di tutto quello che succede attorno a noi vedendolo con occhi nuovi, senza essere trasportati nelle preoccupazioni per il futuro o nei rimpianti del passato. Il tempo Futuro e quello Passato sono solo astrazioni mentali perché l’unico momento davvero che in cui ci si trova è il presente e quando ci si prende cura del presente, si sta già lavorando per assicurarsi un buon futuro.

2. Dopo aver contatto il respiro, ogni atto quotidiano può essere trasformato in atto consapevole: lavarsi i denti, lavare i piatti, camminare, mangiare, prima di rispondere al telefono, scrivere al pc, bere e lavorare ecc.. Si rafforza il presente, dicendo a se stessi ciò che si sta facendo in quell’esatto momento (stai per bere? ripeti a te stesso che stai bevendo, che assapori l’acqua che scende in gola, che rinfresca il corpo, che sei grato per l’acqua di cui puoi godere perché non è un dono scontato. In sintesi e in pratica comincia a produrre dentro di te e a ripetere frasi/pensieri che riportano la tua mente, all’azione concreta che stai compiendo, è facile!)

Per praticare la consapevolezza non occorre ritagliarsi del tempo dedicato, o praticarla solo quando avrai tempo perché la tua giornata lavorativa è già molto piena. La presenza mentale si pratica ovunque e in qualunque cosa tu stia facendo. Quando pratichi la presenza mentale si dice che ti “fermi” e torni “a casa” cioè dentro di te, generando gioia, pace e armonia per te stesso e per gli altri.

3. Dopo la consapevolezza portata sull’azione, porta la tua attenzione anche ad ogni emozione per trasformarla in percezione consapevole (soprattutto la rabbia o la paura). Il respiro ancora una volta ti viene in aiuto per osservare l’emozione che si sta manifestando in te, per accoglierla e poi lasciarla andare. Mentre respiri ascolta in quale punto del corpo avverti di più la sensazione emotiva (schiena, cuore, stomaco, bocca, in quel punto fisico allenta la tensione con il respiro). Le emozioni sono impermalenti, arrivano, rimangono un po’ e passano.

In questo modo riuscirai a maneggiare meglio l’impeto emotivo che ti può turbare tutte le volte che al lavoro le cose non vanno come vorresti: il collega ti risponde male, ci sono errori da correggere, il capo ti riprende, il risultato non è come dovrebbe essere… Questo è importante perché il lavoro è fatto di rapporti personali e un atmosfera di pace aiuta a passare meglio i momenti difficili.

4. Il passo successivo è stabilire una buona comunicazione sul posto di lavoro scegliendo le parole giuste che non siano di biasimo, rimprovero, giudizio o critica (che suscitano ancora più amarezza e resistenza), bensì di incoraggiamento, comprensione ed ascolto che aprono al dialogo e alla sincerità. Invitando gli altri ad esprimere con fiducia le proprie difficoltà le circostanze troveranno, in modo spontaneo e favorevole, le migliori soluzioni.

Utilizzare frasi che mettano il focus sul comportamento oggettivo e non sulla persona, in questo modo evitare di dire “Tu sei…”, “Tu hai fatto…”, ” Tu hai detto..”, meglio rivolgere il dito verso se stessi e provare a dire “Quando (Io) ho visto questa cosa…”, “Quando (Io) ho sentito questa frase…”, e poi continuare dicendo quale sensazione hai provato “(Io) mi sono sentito in questo modo…” e continui aggiungendo il motivo, cioè quale tuo bisogno non è stato soddisfatto e chiedendo come poter fare per trovare una soluzione che soddisfi tale esigenza.

Buone abitudini consapevoli

Ecco una serie di piccole e sane abitudini che possono essere inserite facilmente e gradualmente nella routine di tutti i giorni traendone un grande beneficio sia fisico che emozionale che relazionale:

  • Trova il tempo di fare colazione a casa, siediti e gustala. Sii presente mentre fai colazione.
  • Fai le scale invece dell’ascensore. Sali ogni gradino in presenza mentale adeguando il passo al respiro
  • Spegni il cellulare quando guidi e nelle pause.
  • Resisti all’impulso di fare chiamate al cellulare nel percorso di andata e ritorno al lavoro
  • Prima di rispondere al telefono inspira ed espira 3 volte per essere presente a chi ti chiama
  • Concediti 10 minuti di pausa consapevole per respirare e meditare. Sarai più fresco e concentrato, in pace e ristorato.
  • Trasforma l’ambiente di lavoro per renderlo pacifico e gioioso creando momenti e spazi di calma.
  • Quando senti nascere rabbia o irritazione, fermati, non dire e non fare nulla. Respira.
  • Non mangiare alla scrivania, cambia ambiente. Fai una passeggiata in presenza mentale.
    Conclusioni

La presenza mentale è un atto consapevole, intenzionale, attraverso l’attenzione che portiamo alla sincronia tra il respiro e il movimento dell’addome. Questa attenzione cattura la mente nel qui-ed-ora e genera un effetto calmante, di pace e armonia nei pensieri, nella gestione emotiva e a cascata nella qualità delle azioni che in sequenza si compiono. Migliorando lo stato di benessere e la produttività, la presenza mentale influenza la qualità dei rapporti interpersonali, creando ambienti di lavoro sani e costruttivi.

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