A chi è capitato, nel corso della propria vita, di provare in prima persona o sentire di persone vittima di bullismo? Ma chi sa di cosa si tratta nello specifico?
Il bullismo è una forma di comportamento sociale violento e intenzionale sia di natura fisica sia psicologica. Ripetuto nel corso del tempo e attuato nei confronti di soggetti ritenuti bersagli facili e/o incapaci di difendersi dal soggetto che perpetra l’atto.
È un fenomeno molto diffuso. Sinonimo di un disagio relazionale che si manifesta specie negli adolescenti, ma non circoscritto solo ad essi. Con l’età evolve e in età adulta si manifesta in prevaricazioni sociali, lavorative e familiari.
I comportamenti violenti che caratterizzano il bullismo sono: offese, parolacce e insulti, derisione per l’aspetto fisico, diffamazione, esclusione per le proprie opinioni fino ad arrivare a vere e proprie aggressioni fisiche.
È un fenomeno molto frequente in ambito scolastico.
Anche negli adolescenti non è circoscritto solo a scuola ma si è espanso anche nel web con il nome di cyberbullismo.
Cos’è il cyberbullismo?
È definito come un atto aggressivo e intenzionale condotto da un individuo, mediante contatto elettronico e ripetuto nel tempo. La differenza è che il bullo può mantenere l’anonimato nella rete, ha un maggior pubblico e può controllare le informazioni personali della sua vittima.
A quali segnali deve fare attenzione il genitore per capire se il figlio/a è vittima di bullismo o cyberbullismo?
La vittima di bullismo può presentare difficoltà relazionali, sfiducia nei confronti degli altri, isolamento sociale, disturbi alimentari o comunque comportamenti inusuali rispetto al solito. Anche l’improvviso calo del rendimento scolastico è un campanello d’allarme importantissimo di un disagio che l’adolescente può manifestare. Bisogna essere molto attenti a cogliere questi segnali!
Nello specifico del cyberbullismo i segnali a cui prestare attenzione sono: l’eccessivo utilizzo di internet, il chiudere le finestre aperte del pc quando si entra in camera, comportamenti inusuali, disturbi del sonno e dell’alimentazione o psicosomatici, bassa autostima e mancanza di interesse per eventi che includono altri studenti.
Cosa contraddistingue vittima e bullo?
La vittima di bullismo spesso soffre di scarsa autostima e ha un’opinione negativa di sé e delle proprie competenze. Generalmente è un individuo che mette in dubbio il proprio valore precipitando in veri e propri stati d’ansia e frustrazione.
Frequentemente il bullo è un individuo caratterizzato da un’alta autostima, combinata con narcisismo e manie di grandezza. Appare molto ottimista riuscendo a gestire più facilmente i conflitti e le pressioni negative, per questo riesce a coinvolgere seguaci nelle azioni di prepotenza. Non è inusuale che soggetti con comportamenti da bullo si mostrino superiori e potenti, ma in realtà non abbiano questa immagine di sé. Potrebbe essere che usino questo comportamento aggressivo al fine di spaventare gli altri bambini/adolescenti, e non necessariamente perché vogliono essere rispettati.
Può succedere di trovarsi di fronte a un bullo con un’alta autostima nell’ambito delle relazioni interpersonali e, di contro, in ambito scolastico, famigliare, comportamentale ed emotivo la loro autostima sia bassa. Gli esempi sopra riportati derivano da studi che sono stati fatti negli anni su bulli e vittime, non sono la regola. Ricordiamo infatti che ogni individuo è a sé.
Quali conseguenze ha il bullismo?
Essere vittime di bullismo da bambini è spiacevole. È un fattore che aumenta il rischio di sviluppare disturbi anche nell’adolescenza e nell’età adulta. Molti studi hanno evidenziato come le vittime di bullismo, nel passaggio dall’adolescenza all’età adulta, abbiano continuato a presentare in modo rilevante disturbi d’ansia, agorafobia, attacchi di panico, dipendenza, psicosi e depressione.
I medesimi disturbi si possono avere anche in coloro che sono state sia vittima che bullo nella loro vita con l’aggiunta del rischio di voler porre fine alla propria vita.
Per quanto riguarda il bullo vi potrebbe essere maggior rischio di sviluppare un disturbo antisociale della personalità.
Qual è il ruolo dell’adulto in tutto ciò?
Per quanto riguarda insegnanti, professori ed educatori in generale (ad esempio allenatori sportivi) è importante prestare attenzione a quelli che sono i comportamenti dei singoli e le relazioni tra di essi.
Nelle scuole medie e superiori in cui si cambiano i professori quasi ogni ora può risultare difficile, ma l’invito è di prestare attenzione, anche nel poco tempo che passate insieme, ai vari segni di disagio. In primis l’isolamento. Saper ascoltare questi ragazzi e cogliere quando hanno malessere è fondamentale perché, in un modo o nell’altro, qualche segno lo danno.
Per i genitori è importante instaurare una relazione di fiducia, sincerità e apertura mentale, tra voi e i vostri figli. Riuscendo a stabilire con loro un feeling, questi si sentiranno più tranquilli e sarà più semplice per loro venirvi a parlare anche quando hanno problemi di bullismo.
Vi invito ad avere, nei confronti dei vostri figli, una grande attenzione a tutti quei campanelli di allarme e quei comportamenti inusuali che potrebbero manifestare. Questo non significa iperproteggerli o controllarli in tutto ciò che fanno, è giusto che i ragazzi crescano con una base solida di regole e, in base ad esse, agiscano nel loro percorso di crescita.
Troppe volte ai notiziari si sente di adolescenti che si tolgono la vita perché prendono brutti voti a scuola e non riescono a reggere alla pressione sociale che sentono addosso, o perché vittime di persecuzioni.
È vitale per i ragazzi trovare nell’adulto una figura di riferimento da cui non si sentano giudicati, con la quale parlare in onestà, sincerità e con il cuore aperto di queste problematiche che rischiano di distruggergli la vita.
È anche per questi casi che mi preme che ogni genitore riesca a trovare un punto di incontro per parlare con il proprio figlio, una passione comune, attività ludiche, o altro per poter passare insieme del tempo di qualità e per imparare a conoscervi.
Una volta che ci si conosce è più semplice anche parlare di questi problemi.
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