Non sentirsi amati dai genitori, essere stati vittima di bullismo, sentirsi una nullità, sentirsi presi in giro dal proprio partner. Questi sono solo alcune delle situazioni che possono innescare dentro di noi la rabbia.
È normale poter pensare che queste siano le cause scatenanti della nostra rabbia.
La nostra mente, infatti, fa delle associazioni temporali riguardo a certe situazioni e le memorizza, le fotografa come situazioni pericolose e/o dannose per noi stessi.
Cos’è la rabbia?
La rabbia è una emozione tipica. È normale arrabbiarsi quando viene ad essere calpestato un nostro valore o bisogno. La rabbia è un campanello d’allarme, ci avvisa che ci sentiamo insoddisfatti, abbiamo qualcosa di irrisolto che può persino provenire dall’infanzia. Per capirne l’origine è bene osservare in quali situazioni compare e quando, invece, rimane sopita.
La rabbia è energia e ci spinge a liberarla, a esternarla. Se non la sprigioniamo trasforma la parte più profonda di noi in una sorta di pentola a pressione.
La rabbia è una vera e propria perdita di controllo davanti a situazioni disagevoli, confuse, che non conosciamo o capiamo. Più ci sentiamo bloccati e impotenti, più quest’emozione cresce con conseguente frustrazione e impotenza. Se non troviamo il modo di scaricarla, possiamo risentirne gravemente, influenzando le altre emozioni, i pensieri ed i comportamenti che assumeremo d’ora in poi.
Siamo noi i responsabili della nostra rabbia
Così come per le altre emozioni, siamo noi i responsabili della nostra rabbia. Per quanto noi la proiettiamo o associamo su qualcuno incolpandolo per la nostra collera, in realtà non c’è nessun colpevole per la sua presenza.
Facciamo passo indietro nel tempo.
La rabbia è un meccanismo di difesa collegato direttamente all’attacco e/o alla fuga e la sua zona di attivazione è il cervello rettiliano. La rabbia serviva ai nostri antenati migliaia di anni fa per attivare immediatamente dei picchi di adrenalina in modo tale da avere sensi più spiccati e al massimo della potenza per potersi difendere o darsi alla fuga.
Oggi questa forma di difesa a noi non serve, anzi può risultare dannosa nella nostra vita sociale nel momento in cui la sfoghiamo.
La cosa bizzarra è che accettiamo quando siamo noi ad ci arrabbiarci, ma quando sono gli altri siamo pronti a giudicare e a dire la nostra ”ma come sei aggressivo!”.
Come già detto in precedenza arrabbiarsi è naturale ed è un’emozione come le altre e, in quanto tale, ha motivo di essere e di esistere.
Il vero problema nasce proprio dal fatto che noi ci facciamo delle fotografie e creiamo delle mappe a seconda di ciò che ci accade e viviamo. In seguito a questo decidiamo cos’è giusto e cos’è sbagliato con la pretesa che sia così anche per gli altri. Nulla di più assurdo. Questa è la nostra percezione delle cose. È la nostra mappa.
La nostra mente tende ad accogliere ciò che ci fa stare bene e in pace, mentre ciò che non riteniamo tale, o che ci fa paura può sfociare, in rabbia per autodifesa.
È possibile riuscire a gestire la rabbia?
Certo che è possibile!
Con le giuste risorse e attenzione possiamo placarla ed evitarla in 4 semplici passi.
Vediamo quali sono:
1. Agire
Nel momento in cui sentiamo che i nostri valori e bisogni sono stati calpestati, o una certa situazione ci infastidisce è bene chiarire immediatamente anziché aspettare che salga la frustrazione per poi trasformarsi in rabbia. A volte può essere difficile, ma così facendo eviteremo di arrivare ad arrabbiarci e di avvelenarci facendo del male a noi e agli altri.
2. Il perdono
Con perdono non intendo perdonare la persona con la quale abbiamo avuto alterchi o problemi.
Significa perdonare la situazione e noi stessi per essere caduti nel tranello di una risonanza così bassa perché ci siamo sentiti svalutati, traditi, vulnerabili. Perdonarsi per essersi trovati in quella situazione ed essersi nutriti di questa energia bassa. Ma soprattutto, perdonare se stessi è l’unico modo per smettere di nutrirsi di qualcosa di velenoso per la mente e per il corpo. La nostra mente, infatti, è sempre focalizzata su quella delusione, su quel dolore, su quel fatto del passato andando poi a somatizzare questi pensieri ed emozioni nel corpo con problemi come ad esempio la gastrite, danni epatici, dermatite, ecc.
3. Qui ed Ora
Viviamo il presente. Viviamo nel qui e ora evitando di tornare con la mente su quella vibrazione, su quelle parole dette. Pratichiamo il distacco. Guardiamo la situazione come fossimo un osservatore aiutandoci con la respirazione diaframmatica (inspira con il naso, gonfia la pancia ed espira). Una volta placata la rabbia cerca di capire qual è la lezione che devi comprendere da quella situazione.
4. Stiamo dando il meglio di noi?
Facendoci questa domanda potremo capire ed elaborare al meglio il concetto di rabbia. Scriviamo su un foglio la risposta in modo tale da avere un immediato riscontro visivo di ciò che non stiamo facendo per dare il meglio di noi stessi.
Conclusione
Questi sono 4 passi per imparare a gestire ed affrontare al meglio la rabbia quando questa si trova già dentro di noi. È importante diventare consapevoli di questa emozione per evitare danni a noi stessi e agli altri. Allo stesso tempo, dobbiamo imparare ad esprimerla in modo sano provando sollievo per questo. Questo ha a che vedere con l’intelligenza emotiva, cioè la capacità di esprimere, risolvere ed affrontare un’emozione senza ferire nessuno.
Un altro modo pratico per liberarci dalla rabbia che ci danneggia è trovare un’attività fisica che ci permetta di farla emergere per poi immaginare di buttarla fuori durante lo sforzo fisico. Grazie a quest’esercizio ci sentiremo molto meglio. Se preferiamo possiamo trovare un luogo isolato dove urlare con tutto il fiato che abbiamo in corpo ed esprimerci senza che nessuno ci senta, oppure lanciare sassi con tutta la forza che abbiamo, infine possiamo anche prendere a calci e pugni un cuscino e fare attenzione a cosa accade alla nostra rabbia una volta terminato l’esercizio. Dopo questi gesti, sentiremo che la rabbia è sparita o acquietata.
Adesso che conosci come sconfiggere la rabbia non ti rimane che agire. Fai tuoi questi concetti per fermare la rabbia sul nascere.
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