Svegliarsi presto? Sì grazie. Anzi no!

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uomo che salta oltre l'orologio

Mettere la sveglia all’alba è sinonimo di successo nella vita. Lo dicono i Ceo, i manager e le persone che hanno ottenuto grandi risultati. Ma è sempre così? Veramente svegliarsi presto la mattina equivale ad affermarsi nella vita ed essere più produttivi? Chi si sveglia dopo le 6 del mattino, quindi, è destinato al fallimento? In quest’articolo cerchiamo di dare una risposta.

Il segreto di molti uomini di successo è svegliarsi presto, prestissimo al mattino. Online si trovano tanti buoni motivi per puntare la sveglia prima delle 5, Hal Helrod ha scritto anche un libro “The Miracle Morning” che parla proprio di questo: secondo Helrod alzarsi presto alla mattina per dedicare del tempo a se stessi rende la propria crescita personale una priorità della giornata. Solo crescendo come persona, infatti, potrai raggiungere gli obiettivi più importanti che hai in mente nei vari ambiti della tua vita.

La teoria ha il suo senso: durante la giornata ci sono tante altre cose da fare e la sera si è troppo stanchi o si ha voglia di fare altro, quindi alla fine, il tempo dedicato a se stessi è poco o niente.

ragazzi che saltano

Poi c’è chi come lo scrittore freelance Matt Crossman che per verificare la veridicità di questa teoria, e quindi vantaggi e svantaggi, fa un esperimento: per 30 giorni mette la sveglia alle 4.30. Matt, in un articolo pubblicato su Success spiega cosa questo ha significato per lui e le lezioni imparate.

Per dare un senso al suo esperimento si pone due obiettivi:

  1. migliorare la sua salute fisica con lunghe camminate a passo veloce
  2. scrivere un libro

Il bilancio di Matt

Alla fine dei 30 giorni stila il suo bilancio. I primi 10 giorni sono stati i più difficili con una doppia riflessione. La prima positiva: svegliarsi presto gli ha dato la calma e concentrazione per scrivere il suo libro. La seconda negativa dovuta ai cambiamenti delle sue abitudini, col passare dei giorni la sensazione di freschezza mentale iniziava a sparire. Si sentiva spossato per tutta la giornata. Durante le sue passeggiate continuava ad ammalarsi. I suoi amici medici davano la responsabilità di questi malanni (raffreddore, mal di testa, influenza) alle sue nuove abitudini. Oltre a questo, racconta dei primi problemi con la famiglia: non riesce più a raccontare storie ai suoi figli perché va a dormire prima di loro. Anche sua moglie si lamenta del poco tempo trascorso insieme.

Conclusione. Matt afferma che introdurre una nuova abitudine è un percorso pieno di ostacoli. Svegliarsi presto la mattina è stata utile per la sua professione. Gli ha permesso di realizzare un progetto che rimandava da anni (quello di scrivere un libro). Ma ha danneggiato la serenità della sua famiglia.

Lezione imparata: Non c’è bisogno di svegliarsi alle 4:30 del mattino per fare qualcosa che hai sempre voluto fare e non avevi il tempo per realizzare. Il tempo si può recuperare smettendo di “perderlo” durante la giornata, con abitudini dannose che non contribuiscono al proprio benessere.

Quali sono le abitudini delle persone di successo?

A confermare la sveglia presto, come rito di passaggio per diventare qualcuno, c’è anche un sondaggio condotto dall’esperta di time management Laura Vanderkam, sulle abitudini mattutine degli uomini di successo.

Vanderkam ha scoperto che hanno, quasi tutti, gli stessi rituali. Appena svegli niente caffè, solo tanta acqua e limone, litri. E poi via a sudare prima che il resto del mondo si svegli: corsa, palestra, yoga. Poi un po’ di chiacchiere in famiglia. E il controllo delle mail. E i giornali. A volte tutto insieme, come l’amministratore di GE Jeff Immelt. Appena apre gli occhi si lancia in un allenamento cardio e nel frattempo legge la rassegna stampa e guarda le news finanziarie. Il Ceo della Disney Robert Iger, invece, preferisce meditare. Tim Cook si alza alle 3.45 per avere tempo di rispondere alle email, fare una passeggiata e andare in palestra. Indra Nooyi, Ceo della PepsiCo si alza regolarmente alle 4. La sveglia suona un po’ più tardi, alle 5.45, per il patron di Virgin, Richard Branson che dedica la prima parte della giornata all’esercizio fisico. Mentre alle 5:30 apre gli occhi Jack Dorsey, Ceo di Twitter, per fare meditazione.

donna che fa jogging

Non sono alieni. Sono umani come tutti. La differenza sta nel loro atteggiamento e nell’avere obiettivi ben precisi.

Significa che i più pigri non hanno speranze?

C’è una bella notizia per i dormiglioni. Ci sono pure i geni pigri. Albert Einstein, il genio per antonomasia, l’uomo che ha scoperto la teoria della relatività, colui che nominiamo ogni volta che abbiamo un’idea vagamente intelligente non dormiva meno di 12 ore a notte, così come Valentino Rossi, tra i piloti più titolati del motociclismo. Insomma, un dormiglione. Non solo, Kant, Mozart, Flaubert sono altri esempi di geni assoluti che preferivano le tenebre alla luce dell’alba. E ancora. Il Ceo di Genius Tom Lehman si alza non prima delle 10.30. James Joyce rimaneva nelle braccia di Morfeo fino alle 11. Poco? Troppo? I dormiglioni non li tiri su. Amano il letto e poco importa del silenzio e della pace delle prime ore del mattino.

In conclusione, se siete destinati a fallire fallirete, se siete destinati al successo ce la farete. In ogni caso non sarà mai colpa del vostro amato letto ma solo di voi stessi.

 

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