Ti fermi mai ad ascoltare cosa accade dentro di te?
Vivi situazioni di stress, ansia e stanchezza mentale?
Ti piacerebbe trasformarli in consiglieri interni verso la vita che vuoi?
Voglio parlarti di quattro emozioni negative dalle quali scaturiscono stress, ansia e stanchezza mentale e di come trasformarle da nemiche ad amiche, ossia le prime alleate verso una vita migliore.
Il senso di colpa
Il senso di colpa è un’emozione complessa che comprende al suo interno altre emozioni più semplici come rabbia, paura e tristezza. È definito come quel sentimento spiacevole che scaturisce dalla convinzione di aver causato un danno o una sofferenza a qualcuno; nasce quando col nostro agire (o non agire) calpestiamo un nostro valore.
Esiste per una buona ragione ed è figlio di un dialogo morale interiore. Esso supporta un comportamento etico e sociale corretto e consapevole.
Quando è dettato da un esagerato bisogno di approvazione e dalla paura del giudizio può diventare autolesionistico. Per evitare il senso di colpa ogni decisione ed azione tenderà ad assecondare le aspettative ed esigenze altrui. Per questo motivo, spesso, va a braccetto con l’incapacità e la difficoltà di saper “dire no”.
“Dire sì” a tutti sempre e comunque, spesso significa “dire no” a se stessi.
E cosa succede? L’autostima viene compromessa ed i propri bisogni annullati. A lungo andare, questo comportamento ci presenta un conto salato: stress, ansia e frustrazione.
Cosa fare?
Innanzitutto devi porti queste domande:
Cosa significa per me “dire no”?
Essere cattivo? Essere egoista? Essere insicuro?
Sono certo che questa equivalenza sia vera?
Sempre?
Ecco una nuova interpretazione: “dire no” talvolta può significare mettere in luce, con educazione e gentilezza, i propri bisogni e valori o impegni.
“Le due parole più brevi e più antiche, sì e no, sono quelle che richiedono maggior riflessione.”
(Pitagora)
Come possiamo imparare a “dire no”?
Immagina situazioni in cui vorresti rispondere no. Ad esempio: quando hai già molti impegni, o quando vorresti investire il tuo tempo e le tue energie diversamente, oppure quando hai fissato appuntamenti con altri o, perché no, con te stesso!
Cosa fare se arriva l’ennesima richiesta?
La risposta è più semplice di quanto pensi: direziona il focus!
A cosa? A ciò che ti eri prefissato, o avevi scelto, o avevi bisogno di fare.
“Dire no”, in questo caso, diventa questione di correttezza e di rispetto verso le situazioni che stai gestendo. È un atto di gentilezza e di tutela per il tuo equilibrio da cui dipenderà la buona riuscita delle cose importanti per te e per chi ami.
In quest’ottica, “dire no” è al tempo stesso “dire un sì più grande” a te stesso e alle tue scelte per il tuo bene e per chi beneficerà di esse.
È più facile “dire no” quando lo associ ad un grande Sì!
Solo a questo punto potrai valutare bene la risposta da dare. Imparerai ad essere più padrone delle tue azioni e a sentirti alla guida della tua vita! Provare per credere!
La paura
La paura del nuovo e del cambiamento è, spesso, tanto forte da guidare le nostre scelte.
Per paura di cosa potrebbe accadere cambiando “strada”, spesso si continua a vivere una situazione, o una routine, non appagante e pesante. Questo provoca un senso di stanchezza mentale e insoddisfazione.
Allora perché il più delle volte si sceglie di rimanere lì?
Hai mai sentito parlare di zona di comfort?
È la zona figurata che indica una condizione mentale, fisica o comportamentale con cui abbiamo un senso di familiarità e ci rassicura, proprio perché conosciuta. La zona di comfort è funzionale a soddisfare uno dei nostri bisogni più profondi: quello di sicurezza e controllo.
La nostra routine, indipendentemente da quanto ci piaccia, ci dà sicurezza; il cambiamento, al contrario, porta con sé l’incertezza e la paura dell’ignoto e del fallimento.
Cosa fare?
Esci dagli schemi e dalla tua zona di comfort. Questo ti permetterà di fare le scelte migliori. Affronta con coraggio la sana paura del nuovo e del fallimento, in questo modo uscirai dalle situazioni frustranti che stai vivendo.
Trasforma la paura del nuovo in amica. Accoglila per comprendere la situazione, pondera e pianifica consapevolmente le scelte che prenderai.
So che non è facile. Riflettiamo su cosa potrebbe accadere.
Cosa potrebbe succedere se per paura scegliessi di rimanere in quella zona di comfort che ti rende insoddisfatto?
Probabilmente risponderai: “nulla. Rimarrà tutto così com’è”. In realtà c’è di più. Prima, o poi, busserà alla tua porta il rimpianto!
Riprendendo una metafora del poeta e scrittore Fernando Pessoa, le ferite delle battaglie non combattute sono più subdole e persistenti di quelle per cui si è lottato, perché affiorano nelle modalità più disparate, velate o no, e non passano mai completamente.
“Porto addosso le ferite di tutte le battaglie che ho evitato.”
Fernando Pessoa
E cosa potrebbe succedere se prenderai la decisione che desideri? Potrebbe succedere che fallirai. Non importa. La vittoria si ottiene passando anche attraverso tentativi fallimentari da cui riceverai importanti lezioni. Se accetterai di trarre gli insegnamenti dai fallimenti, inizierai a vederli come passi verso la tua vittoria. Pensa a quando hai imparato a camminare o a parlare…pensi di esserci riuscito subito?
“Il fallimento è un’esperienza, chi riuscirà a beneficiare dell’esperienza, sarà un vincente”
(Wael El-Manzalawy)
La rabbia ed il rancore
I valori in cui crediamo sono per noi fondamentali. Quando qualcuno li calpesta, volontariamente o involontariamente, nasce la rabbia.
La rabbia è un’emozione forte. È una reazione e se lasciata a se stessa diventa nostra nemica perché può guidare gesti e parole irrazionali con conseguenze solo negative.
La rabbia può diventare rancore quando rimane taciuta e inespressa, ma viva nell’anima perdurando nel tempo. Il rumore di fondo del rancore, silenzioso fuori quanto assordante dentro, è logorante e tossico per chi lo prova.
La rabbia ed il rancore ci rubano moltissime energie vitali diventando fonte di stress, ansia e stanchezza mentale.
“Trattenere la rabbia e il rancore è come tenere in mano un carbone ardente con l’intento di gettarlo a qualcun altro: sei tu quello che viene bruciato.” (Buddha)
Cosa fare?
Quando la rabbia può diventare nostra amica? Quando è compresa e ci rende consapevoli.
Come può diventare nostra amica? Incanalandone l’energia.
La rabbia rappresenta un campanello d’allarme ben riconoscibile e potente che chiede di capire quale valore sia stato violato e domandare a noi stessi cosa fare per risolvere la situazione per far sì che non si ripeta.
Il perdono è la medicina più potente ed efficace contro rabbia e rancore.
Perdonare non è sinonimo di legittimare certe azioni, né di eliminare conseguenze e responsabilità!
Spesso è tutt’altro che semplice perdonare, ma vale la pena valutarne la possibilità osservando la situazione da differenti prospettive e con più chiavi di lettura.
Il perdono può scaturire dal riconoscere, in chi ha generato in noi rabbia, la sua intenzione positiva e la motivazione che ha spinto a quel gesto o parole.
Il perdono può nascere dalla capacità di vedere ed accettare il disegno divino. Può rappresentare la pace desiderata superando la ragione e l’orgoglio. Può essere il passaggio necessario verso una liberazione per noi da quella situazione e dalle relative sensazioni.
In altre parole può significare smettere di restare vittima e prigionieri dell’accaduto.
Grazie al perdono cogliamo l’opportunità di riappropriarci di quelle energie vitali che ci sono state risucchiate reinvestendole in qualcosa di bello.
Il perdono è una scelta di amore per noi stessi e per chi beneficerà della nostra energia “buona”.
“Scelgo l’energia della pace”
Colin C. Tipping
Non tratteniamo le nostre sensazioni e le nostre emozioni. Allontaniamoci dai ritmi frenetici della vita di oggi e cerchiamo qualche spazio per noi stessi. Iniziamo ad agire verso il sorriso dell’anima!
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