L’adolescenza è un periodo, nella vita dell’essere umano, ricco di opportunità e contraddizioni.
In questa fase si alternano:
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periodi di bisogno di sfide avvincenti e trasgressive, ad altri di apatia e chiusura in sé;
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momenti di sbalzi improvvisi d’umore e mancanza di controllo, ad altri di chiarezza, fiducia in sé e consapevolezza;
Questo accade perché, ad una grande ricchezza interiore e bisogno di mettersi in gioco, non si accompagna un’adeguata conoscenza di strategie e strumenti utili a fronteggiare le prove e le crescenti richieste dell’ambiente.
Uno sguardo d’insieme al periodo adolescenziale
In questa fase evolutiva si aprono strade che portano all’esplorazione ed alla conoscenza di sé, degli altri, della vita.
Si sente vivo il bisogno di accettazione, di riconoscimento, di libertà, di provare piacere e di esprimere la propria creatività.
C’è bisogno di autoaffermazione, di differenziarsi, di definire i propri confini per esprimere le proprie idee e dare forma alla propria identità, mettendosi alla prova con modalità più o meno funzionali.
È questo il momento della vita in cui c’è un naturale bisogno di allontanarsi dalla base sicura del “nido familiare” per fare prove di volo e scoprire nuovi, personali, stili ed rotte avvincenti.
Cosa fare come genitori?
Come genitori, abbiamo l’onere e l’onore, di far sentire ai nostri figli che ci fidiamo di loro e che possono contare sul nostro sostegno, mentre esplorano la vita.
Questo anche quando ci fanno arrabbiare al punto che la solo frase che vorremmo dire è: “Questa casa non è un albergo!”.
Se vogliamo fare, a noi stessi, ed ai nostri figli, un grande dono impariamo a fargli sentire la nostra totale accettazione ed accoglienza, senza se e senza ma.
Questo ci permette di mantenere vivo il rapport, la fiducia e la condivisione e di riprendere, quando necessario, con naturalezza ed autorevolezza il ruolo di guida.
Genitori e adolescenti: l’arte dell’ascolto
Come possiamo fare in modo che l’adolescenza sia un’opportunità per i nostri ragazzi e per la nostra famiglia, anziché un periodo sospeso?
Come genitori sappiamo, che i nostri ragazzi non sono da identificare con i loro comportamenti.
Ma non sempre ce lo ricordiamo.
Imparare a non giudicarli per ciò che fanno, è il primo passo verso di loro e verso il mantenimento di una buona relazione.
Iniziamo ad ascoltare, non solo sentire, le motivazioni ed intenzioni che si celano dietro il loro comportamento per entrare in contatto con i pensieri e gli stati d’animo dominanti. Questo è un efficace metodo per aiutarli ad allargare la mappa della realtà.
Impariamo a non giudicarli in modo gratuito.
Anche perché, sono talmente sensibili emotivamente, che quando sono contraddetti, non ascoltati, giudicati o presi in fallo, spesso, reagiscono in modo impulsivo, come un vulcano in eruzione.
La loro reazione può essere destabilizzante ma, molte volte, é l’unica modalità che conoscono per calmare un’ansia incontenibile, una rabbia che brucia, uno tsunami di emozioni senza nome o il bisogno di affermare la propria identità.
Se iniziamo a comprendere che le loro intenzioni sono sempre buone, anche quando ci urlano come pazzi: “Tu non capisci nulla”, “Non mi importa ciò che dici”, “Non rompere”, “Ti odio” diamo a noi stessi ed alla nostra famiglia la possibilità di fare un salto evolutivo e relazionale importante.
I nostri ragazzi, ci stanno chiedendo, nel loro modo, di essere amati per come sono, anche se incapaci di comunicare, trasgressivi e, a volte, arroganti ed indecifrabili.
Si, perché i ragazzi nascondono dietro la rabbia, le grida, i pugni sbattuti contro il muro, i calci, i silenzi tombali una delicata fragilità.
Hanno bisogno di essere visti da un mondo adulto che va troppo di fretta, che non li prende sul serio e che non sa dargli il tempo di capire ed esprimere chi sono.
Un mondo adulto che pretende da loro coerenza rispetto, senso di responsabilità e fiducia. Tutte cose che, spesso, non sa dare.
I genitori che hanno maggiori difficoltà relazionali, con i figli adolescenti, sono quelli che rimangono rigidamente ancorati alle loro convinzioni e regole respingendo ogni forma di negoziazione.
Ma, la mancanza di apertura rischia, molto spesso, di far perdere la battaglia ed accende uno scontro aperto, un gioco al massacro dove la famiglia inizia a scivolare in un abisso senza fine fatto di ripicche, di scontri, di risposte piccanti e di accuse.
Come genitori possiamo imparare a mantenere aperti i canali della comunicazione, ascoltando in modo empatico i nostri figli, meravigliandoci dell’argento vivo che brilla nei loro occhi e dedicando loro del tempo senza tempo, nei modi e tempi a loro più consoni.
In questo modo saremo un trampolino di lancio da cui potranno spiccare il volo.
Mettersi in gioco come genitore
Mi auguro che sempre più genitori sentano l’irrefrenabile impulso di mettersi in gioco con i propri figli adolescenti accompagnandoli, nella primavera della vita, con rispetto e gioia.
Mi auguro che sempre più genitori capiscano che i ragazzi, oggi, più di sempre, hanno bisogno di essere supportati da percorsi paralleli alla scuola, dove poter accrescere le competenze mentali ed emozionali e dove poter conoscere strumenti e strategie fondamentali per navigare nel mare della vita con coraggio ed entusiasmo.
Abbiamo la responsabilità, come adulti, di credere nei nostri ragazzi e di fare in modo che l’adolescenza conquisti l’importanza e la centralità che merita, nella vita degli esseri umani.
Solo così avremo, sempre più, giovani entusiasti e trepidanti di iniziare il viaggio verso l’età adulta, animati da passione, obiettivi chiari, una forte motivazione ed uno scopo sempre più nitido.
Un viaggio fatto di voli, più o meno lunghi, in cui riconoscersi ed esprimere la miglior versione di sé.
Se queste considerazione suonano congeniali al vostro modo di pensare, rimanete connessi.
Nel prossimo articolo vi svelerò alcuni falsi miti sull’adolescenza.
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