Da diversi anni si parla di intelligenza emotiva, ma cos’è esattamente? Per rispondere a questa domanda bisogna partire dalla sua etimologia, dalla storia per poi scoprire gli esercizi per imparare a conoscerla per aumentarne i suoi effetti benefici su di noi e come poterla allenare
La parola intelligenza è un sostantivo femminile che deriva dal verbo latino “intelligere”, capire e a sua volta deriva dal verbo ” legere”, leggere, più avverbio “intus”, dentro , quindi leggere dentro, che vuol dire leggere oltre la superfice…non fermarsi alle apparenze, alle prime impressioni sia con noi stessi, quando ci mettiamo dei limiti da soli, ci auto-sabotiamo, sia quando ci relazioniamo con gli altri. Aandare oltre il giudizio ci dà la possibilità di poter essere d’aiuto al prossimo e di crescere come persone.
Cos’è l’intelligenza emotiva
L’intelligenza emotiva viene definita, la prima volta, nel 1990 da Salovey e Mayer, come “la capacità di monitorare le proprie ed altrui emozioni, di differenziarle ed usare tali informazioni per guidare il pensiero e le azioni”. Nel 1995 questa definizione viene ripresa da Daniel Goleman rendendola popolare con tale definizione “la capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli degli altri, di motivare noi stessi e di gestire positivamente le nostre emozioni, tanto interiormente che nei rapporti con gli altri”.
Dagli studi della recente neuropsicologia si è visto, che ognuno di noi è provvisto di diverse intelligenze, che quindi non esiste un modello omologabile per tutti. L’intelligenza è il risultato di abilità cognitive logiche, ragionamento, memoria, combinate con altri aspetti della personalità ed ha capacità come la concentrazione, la tenacia, la capacità di moderare ansia ecc.
Quindi possiamo affermare che non esiste un’intelligenza uguale per tutti, ma ognuno possiede la propria e la più utile fra tutte è l’intelligenza emotiva perché ci aiuta a diventare persone migliori.
Esistono 5 aree dove allenarsi per migliorare la propria intelligenza emotiva. Le prime 3 sono relative a noi stessi. Le successive 2 al rapporto con gli altri.
- Autoconsapevolezza : essere onesti con se stessi ci aiuta a vedere le cose in maniera più chiara, a controllare le nostre emozioni. Come svilupparla? Basta dedicargli del tempo. Tieni un diario, pochi minuti al giorno, dove scrivere le tue riflessioni, i tuoi pensieri, le tue emozioni.
Durante la tua giornata, fermati, rallenta, soprattutto, quando stai provando rabbia, o forti emozioni, sia per capire il perché, sia per evitare scelte affrettate di cui pentirti.
Prova a dare un nome alle tue emozioni, per iniziare a riconoscerle ed imparare a gestirle ed a scegliere un comportamento adeguato alla situazione che hai riconosciuto, ti aiuta a non reagire in maniera incontrollata, evitando il ripetersi di reazioni non funzionali.
- Autoregolamentazione : essere saggi, cioè riuscire a diventare più saggi, per prendere decisioni migliori, più funzionali alle nostre scelte. Per riuscire a fare questo dobbiamo aumentare la nostra capacità di attenzione, ovvero meta-attenzione, cioè essere attenti all’essere concentrati. La meditazione è un ottimo esercizio per sviluppare e aumentare la regolamentazione di se stessi: nella meditazione non è importante non avere pensieri, ma rendersi conto che ci sono ed invitarli a tornare un’altra volta: ciò ci consente di rimanere più ”sul pezzo” di quello che stiamo facendo con risultati migliori. Nei momenti più difficili, più di stress, bastano pochi minuti concentrati sul nostro respiro, per riprendere il controllo di noi stessi.
- Motivazione: il desiderio di raggiungere degli obiettivi, il motivo per cui si fa qualcosa. In poche parole: il motore di ogni azione che facciamo. Un ottimo esercizio per mantenere alta o accrescere la propria motivazione in quello che facciamo è tenere traccia dei nostri risultati: possiamo scriverli, tenere degli oggetto-premio, che ci rammentano l’obiettivo raggiunto e ci diano quella spinta in più per continuare la strada intrapresa. Pianificare un obiettivo, avere una strategia per raggiungerlo, ci aiuta a farci trovare pronti nei momenti più difficili.
- Empatia: la capacità di entrare in profonda connessione con le altre persone, al punto di riuscire a sentire le loro emozioni ed i loro stati d’animo, come fossero i propri. È una capacità molto delicata, poca o troppa può causare problemi. Il modo migliore per generare empatia è mostrare gentilezza verso altri, farli sentire compresi.
Esistono 3 tipi di empatia:
- empatia emotiva: quando ci sentiamo come gli altri
- empatia cognitiva: quando capiamo il motivo che genera un dato stato d’animo in un’altra persona
- compassione: quando riconosciamo le sofferenze altrui e ne soffriamo anche noi.
Per aumentare la nostra capacità di empatia, devo voler bene alle altre persone, rivolgergli pensieri felici, sentirmi unito a loro nel profondo, volergli bene
- Competenze sociali: il modo in cui gestiamo le relazioni con gli altri, la capacità di ascoltare e comprendere esigenze del prossimo e di come costruiamo relazioni di qualità: famiglia, lavoro, amici ecc.
Tra le principali caratteristiche abbiamo:
- ascolto attivo la capacità di porre attenzione alla comunicazione dell’altro senza formulare giudizi
- la comunicazione non verbale, la capacità di comprendere tutto ciò che non viene detto dalle altre persone
- le capacità persuasive, la capacità di convincere, di far cambiare un determinato comportamento al prossimo.
Il modo migliore per far crescere, per svilupparle è coltivare tutti gli aspetti dell’intelligenza emotiva: siamo in grado di gestire al meglio i rapporti con gli altri quando riusciamo a riconoscere e gestire le nostre emozioni, quando generiamo empatia con il prossimo e siamo veramente motivati in quello che facciamo.
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