Le Ferite che tracciano la via di chi sei oggi

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Le Ferite che tracciano la via di chi sei oggi

Le ferite interiori che ci si procura da bambini nel proprio nido familiare sono tra le più profonde e dolorose. Ce le si porta dietro negli anni a venire e si trascinano le loro conseguenze e i loro effetti a volte per tutta la vita. Sono ferite importanti che a volte vivono in silenzio e che segnano il proprio modo di considerarsi, di rapportarsi con sé stessi e, in seguito, con gli altri.

nido familiareProprio perché generate durante l’infanzia, la prima età della vita, in cui si è più che mai vulnerabili e indifesi, le ferite si radicano in profondità e, via via, con lo scorrere degli anni, diventa sempre più difficile riconoscerle, trattarle e curarle, ricoperte come sono dalla corazza del tempo, sotto la quale ancora pulsano.

La famiglia o l’ambiente in cui si è vissuto, sono la cerchia originaria di persone che costituisce il primo tramite tra il bambino e il mondo esterno. Essa è dunque fondamentale, in quanto crea protezione al bambino, altrimenti in serio pericolo, perché sprovvisto degli strumenti necessari per conoscere il mondo e rapportarcisi, evitando il più possibile gli svariati rischi in agguato dietro ogni angolo, che egli ignora completamente, motivo per il quale non ha paura di nulla e si lancia ovunque in preda alla curiosità.

Dunque, la famiglia garantisce la protezione essenziale di cui il bambino non può fare a meno. È in questo nucleo, infatti, che egli apprende le prime conoscenze necessarie per “stare al mondo”: cosa è giusto, cosa è sbagliato, sicuro, pericoloso e così via. Non solo, è qui che il bambino riceve, o perlomeno dovrebbe, ciò di cui un qualsiasi essere umano non riuscirebbe a stare senza, se non soffrendo parecchio, ovvero attenzione, amore e affetto. Questo è il reale e più importante bisogno del bambino.

Famiglia e ferite

È altrettanto vero, però, che a volte in famiglia si possono vivere esperienze dolorose. Molte ferite emotive nascono inconsapevolmente all’interno delle famiglie.Il bambino sin da subito cerca di mostrare la sua visione del mondo, ad esempio cimentandosi con i disegni, dai quali desidera ricevere la giusta considerazione e apprezzamento. Nel momento in cui i genitori ignorano queste richieste di considerazione, il bambino potrebbe sentirsi insignificante, non apprezzato, pensando di non aver fatto nulla di importante. Questo sentire, può generare problematiche soprattutto nella formazione delle sue mappe cognitive attraverso le quali conoscere il mondo. Il quadro si aggrava ulteriormente se i genitori opprimono il bambino imponendo modelli rigidi e inflessibili, giudizi netti e negativi, sminuendo o, peggio, disapprovando in modo aggressivo quel che egli fa o dice.

 

È così che il bambino costruirà un’identità negativa di sé, sfiduciato già in partenza in ogni ambito, e genererà un severo giudice interiore pronto a criticarlo pesantemente e soffocare la sua volontà con i suoi desideri, che andranno presto in frantumi.

La cosa peggiore che può capitare ad un bambino è smettere di sognare e di apprendere cose nuove dalla vita con fiducia e curiosità.

Senza dubbio, essere genitore è uno dei compiti più importanti e a volte risulta essere estremamente difficile, nessuno ce lo insegna. Per questo che ci risulta più semplice e “sicuro” applicare il modello genitoriale che conosciamo e che abbiamo vissuto noi quando eravamo piccoli.

Anche se facciamo del nostro meglio, purtroppo, a volte si può fare del male anche agendo in buona fede, per mancanza di conoscenza, ecco perché è necessario essere estremamente attenti nei confronti del bambino e interrogarsi, anche più volte, prima di agire effettivamente.

Desidero condividere con te alcuni punti di riflessione per far sì che il rapporto tra genitore e figlio possa essere sempre più costruttivo autentico.

1. Osserva e Ascolta attentamente quel che fa e dice

Certo, è compito del genitore insegnare ed educare il bambino, ma ciò non vuol dire scadere in un’ostinata e puntigliosa correzione di qualsiasi cosa non corrisponda esattamente alla mentalità adulta.

Il bambino non è un adulto e come tale va rispettato e accompagnato pazientemente.

È sorprendente il modo in cui riesce a vedere le svariate sfaccettature del mondo e la poliedricità che lo caratterizza. Ciò nasce dalla sua spontanea curiosità e ingenuità. Ascoltarlo veramente significa cercare di comprendere la sua visione, i suoi bisogni e i suoi desideri, solo così potrà sperimentare e scoprire i suoi veri talenti.

bambini e ferite

2. Giocare cura le ferite

La dimensione ludica ha un altissimo potenziale di sperimentazione e apprendimento per il bambino. È, insomma, un modo perfetto per educarlo e insegnargli. Offre anche l’opportunità, attraverso un’attenta osservazione, di scoprire e intuire quali sono le sue inclinazioni, le sue naturali predisposizioni o talenti. Giocare insieme è un ottimo modo per conoscerlo e conoscersi, per sperimentare regole, valori, principi, strategie. Attraverso il gioco si insegna a vivere.

Il gioco non ha età, in quanto il nostro bambino interiore ci appartiene ed è dentro di noi anche da adulti.

Giocate anche quando i vostri figli sono grandi! Non siate ciechi e sordi.

attraverso il gioco si insegna a vivere

“Non insegnate la vostra morale, è così stanca e malata, potrebbe far male. Forse una grave imprudenza è lasciarli in balia di una falsa coscienza (…). Non indicate per loro una via conosciuta, ma se proprio volete, insegnate soltanto la magia della vita. (…). Raccontategli il sogno di un’antica speranza”

(G. Gaber)

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