Ti sei mai chiesto quante e, soprattutto, quali sono le tue maschere? Hai mai riflettuto sul perché le indossi? Le maschere che indossiamo nella vita quotidiana sono immagini di facciata. Sono abitudini radicate che ci proteggono e al tempo stesso ci imprigionano, limitando il nostro vero potenziale, inaridendo la nostra spontaneità, creatività e autenticità.
Riconoscere le proprie maschere significa spingersi verso la ricerca di un modo di essere, di sentire, di pensare, di comportarsi più autentico. Significa rispettare i nostri bisogni e valori più profondi.
La maschera è un meccanismo di difesa psicologica
Questo si innesca a fronte di un evento emotivamente significativo, che ha creato sofferenza, generando una ferita emozionale profonda.
Il bambino impara sin da subito ad indossare una maschera, per sopravvivere nel migliore dei modi alla ferita emotiva che ha subito.
La maschera è un modo per ritrovare stabilità, controllo su una situazione subita, senza dubbio eccessivamente dolorosa.
Le ferite emozionali
Tra le più note cause nella costruzione delle maschere, possiamo indicare cinque principali ferite:
- un tradimento,
- l’essere stati abbandonati,
- l’aver subito un’ingiustizia,
- un’umiliazione
- aver subito un rifiuto.
A ognuna di queste ferite, la persona risponde con una maschera, che ha la funzione di proteggere dalla sofferenza.
Come agiscono le maschere
Per svolgere la loro funzione di protezione, le maschere fondamentalmente oscurano i punti più vulnerabili e sensibili della persona.
Nel caso in cui questi punti deboli fossero individuati e colpiti, il calibro e l’intensità del dolore che si proverebbe sarebbe davvero difficile da sopportare e fronteggiare.
Le maschere creano una sub personalità, una facciata, un’identità artificiale e artefatta che non corrisponde alla vera essenza della persona. Tali sub personalità vengono indossate quando c’è l’esigenza.
Questa è la ragione che le rende piuttosto pericolose, nonostante l’intenzione “positiva” primaria che sta alla base della loro creazione.
Basta poco, infatti, perché la situazione sfugga di mano e le maschere prendano il sopravvento.
Il rischio è quello di perdere il senso di noi stessi per la presenza ingombrante di un “altro Sé” costruito, che può diventare via via una vera e propria prigione.
Gli effetti delle maschere
Ritrovarsi intrappolati in questa rete ingannevole per molto tempo, impedisce alla persona di poter vivere davvero la propria vita come vorrebbe, costringendola forzatamente a essere chi non è, a fare ciò che non vuol fare, a dire ciò che non vuol dire, sottomettendosi silenziosamente.
Questo stato frustrante, e snervante può essere l’anticamera della depressione, dell’azzeramento dell’autostima, della svendita di sé e, consequenzialmente, della grave perdita di amor proprio.
Ognuno di noi si ritrova ogni giorno a indossare delle maschere, e questo per svariate ragioni legate al bisogno di essere accettati, al senso di vergogna, al timore di esporsi a possibili “aggressioni” e via dicendo.
Quello che, però, è importante tenere presente è che noi costruiamo le maschere per noi stessi e non viceversa.
Esse dovrebbero servire più che altro a fornire un riparo momentaneo, mentre si cerca di guarire dal colpo ricevuto (qualunque esso sia), metabolizzando e riflettendo sulle sue cause e sui suoi effetti per acquisire così degli strumenti (ovvero maggior conoscenza e consapevolezza) che ci permettano di potercela cavare in modo migliore un domani.
“non voglio demonizzare le maschere, perché a volte sono necessarie: se ci mostrassimo già “nudi” con chiunque sin da subito, le possibilità di farci male aumenterebbero vertiginosamente.”
Dunque, quello che ti propongo di seguito è di fare un lavoro graduale ed andare per gradi, in modo che tu possa conoscerti meglio e stare allo stesso tempo al sicuro.
Desidero fornirti alcuni importanti consigli, e domande, che ti permetteranno di comprenderti, identificare e convivere al meglio con le tue maschere:
Per mettere a fuoco quante e quali sono le tue maschere, puoi porti le seguenti domande:
- Quante volte mi comporto in modo non congruo con quello che sento?”
- Con chi lo faccio maggiormente e in quali contesti?
- Quali sono i motivi reali, le paure o le sensazioni che mi spingono a fare ciò?
- Cosa penso debba essere cambiato nella mia vita?
- Se non avessi paura di essere rifiutato, abbandonato, giudicato, come mi comporterei?
- Quante volte soffoco i miei bisogni/desideri per paura di non essere accettato/apprezzato?
Ti consiglio di prenderti del tempo tutto per te, senza alcuna distrazione, in modo che tu possa fare un lavoro profondo attraverso le risposte che emergeranno.
Scrivi le risposte e rileggile anche i giorni successivi, sarà utile per integrare altre consapevolezze che emergeranno nel corso del tempo.
Siccome non è possibile togliersi tutte le maschere in un solo istante, una volta individuate, puoi iniziare ad ascoltare i tuoi reali bisogni e valutare se ci sono incongruenze tra quello che desideri e tra i comportamenti che attui.
Inizia ad ascoltare il bisogno profondo che hai, a comunicare le tue esigenze a te stesso e alle persone che ami e asseconda la soddisfazione del tuo bisogno senza temere alcun giudizio.
Un’altra potente domanda da porsi è:
“Sono davvero convinto/a di tutti i valori e le credenze che ho su di me e sulla mia vita?”
Potresti esserti fatto una idea sbagliata su di te.
A volte siamo così spietati con noi stessi, che dovremmo temerci più del nostro peggior nemico; sempre pronti a giudicarci, criticarci, dimentichiamo di osservare ciò che di buono abbiamo fatto, magari non è perfetto, ma sicuramente abbiamo fatto del nostro meglio.
In alcuni contesti, a volte è impossibile non portare delle maschere, ma, se proprio le dobbiamo mettere, si portino almeno quelle che scegliamo di nostra diretta volontà, che rimangano sempre presenti al nostro sguardo e che non sfuggano al nostro controllo.
Qualsiasi cosa tu abbia imparato…
PUOI DECIDERE DI CONOSCERTI PROFONDAMENTE. SE DA UN LATO LE MASCHERE TI PROTEGGONO, DALL’ ALTRO TI SPACCANO IN DUE: CHI SEI E CHI PUOI ESSERE!
Buona lettura e buona introspezione!
Romina
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