Sarà capitato anche a te, al lavoro o in famiglia, di avere vicino persone care che stavano attraversando un periodo difficile e, nello stargli vicino, ti sei trovato a mediare le tue reazioni.
Hai dovuto non dire delle cose, accettarne delle altre o far finta di non vederne alcune che, in realtà, ti infastidivano.
Superata la difficoltà, nel momento in cui la relazione torna alla normalità, poi però, basta un fatto di poca importanza per arrabbiarsi improvvisamente con l’altra persona (quello che in gergo tecnico si chiama “dirottamento emotivo“), facendoti sentire in colpa.
Come trasformare la frustrazione e la rabbia in una risorsa che può aiutarti a collocare meglio gli eventi nella tua mente ?
La chiave di lettura è questa: scegli, anziché rinunciare!
Se inizi a considerare il tuo comportamento non come una rinuncia, ma come una scelta, cioè stai scegliendo consapevolmente di non reagire ad una situazione fastidiosa, proprio perché vuoi stare vicino a questa persona in difficoltà, la prospettiva cambia completamente!
Questa non solo sarebbe una scelta, ma sarebbe una scelta straordinaria fatta per stare vicino a chi ami, in un momento delicato!
Quando il momento difficile passa, si possono stabilire delle regole valoriali comuni.
Va bene accettare il momento difficile dei tuoi cari, ma quando questo momento passa anche tu hai bisogno di ri-avere i tuoi spazi, di dire quelle cose importanti che devi dire e che rischiano di diventare una rinuncia.
A seconda del significato che attribuisci agli eventi e alle regole che determini nella tua mente dipendono i tuoi stati d’animo.
Definendo il tuo comportamento come una scelta e non come una rinuncia, scegli di non reagire per due motivi principali:
- perché non è poi così importante la tua reazione rispetto ad uno stato di difficoltà della persona a cui sei vicino;
- perché ti vuoi preservare dal senso di colpa di un potenziale sfogo per futili motivi, solo perché hai maturato dentro di rabbia e frustrazione.
Questo non vuol dire che non ti devi arrabbiare mai.
devi sempre trovare il modo di dire le cose che hai dentro, ma allo stesso tempo devi dare le giuste priorità.
Attenzione, le parole sono importanti!
La parola sacrificio, ad esempio, significa rendere sacro qualcosa.
Quindi quando ti trovi a dire “io mi sono sacrificato per te” non stai parlando delle tue rinunce, stai rendendo sacro un gesto o un silenzio a fronte del periodo di sofferenza delle persone che ami. Stai perciò scegliendo di dire
“Vorrei tanto dirti delle cose, ma decido di tenerle per me, perché capisco che questo non è il momento adatto.”
Potrai tirare fuori quello che hai dentro in un secondo momento e questo ti permetterà di riclassificare gli eventi.
Di nuovo non stai rinunciando a qualcosa, stai rendendo sacro il tuo silenzio e stai scegliendo il momento giusto per reagire.
Questo ti permetterà di:
- non avere frustrazione
- non avere attacchi di rabbia
- evitare i sensi di colpa
e ti darà la straordinaria opportunità di investire nel tuo potere interiore e non di disperdere l’energia all’esterno!
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