Conosci il training autogeno?
Il training autogeno è un metodo di autoipnosi per distendere il corpo e la mente. Una tecnica di rilassamento utile in qualsiasi momento, soprattutto, quando ci si sente stressati.
Si tratta di una tecnica che aiuta ad entrare in connessione con il corpo e mira, attraverso un atteggiamento passivo, a limitare le funzioni di controllo portando così ad attivare processi distensivi e rigenerativi. Se praticata correttamente e costantemente, può consentire di raggiungere un addestramento al cambiamento psicofisico, migliora il contatto con se stessi e rappresenta una risorsa dalle immense potenzialità per aiutare la mente sia a migliorare le quotidiane performance sia ad alleviare disagi psicosomatici di vario tipo.
Storia del Training Autogeno
Il training autogeno nasce, grazie al neurologo e psichiatra tedesco Johannes Heinrich Schultz, nel 1932. Anno di pubblicazione della sua opera “Das Autogene Train”, nella quale descrive ampiamente il suo metodo e che diede l’avvio della diffusione di questo metodo in diverse applicazioni in molti paesi del mondo.
Partendo dallo studio sistematico delle applicazioni dell’ipnosi e dell’autoipnosi in ambito clinico, Schultz si pose come obiettivo quello di creare un metodo terapeutico meno lungo e più semplice dell’analisi e, soprattutto, che non comportasse alcun rischio di dipendenza tra il paziente e il suo terapeuta.
Dopo una lunga collaborazione con Oscar Vogt, studioso anch’egli di ipnosi e ideatore del Rilassamento frazionato, Schultz mise a confronto le due tecniche sottolineando un’importante differenza: il training autogeno, una volta acquisita la tecnica, è possibile eseguirlo da soli senza la necessità del terapeuta.
Inoltre nei suoi studi Schultz comprese che i processi mentali potevano provocare non solo le modificazioni patologiche dell’organismo (es. malattie psicosomatiche), ma anche le modificazioni positive che potevano riportare armonia in funzioni organiche e psicologiche alterate.
La tecnica che conosciamo oggi è il risultato di lunghi anni di studio e di osservazioni scientifiche di casi clinici effettuati dopo la pubblicazione dell’opera di Schulz. Oggi il training autogeno è utilizzato in vari ambiti come quello sportivo, artistico, medico, lavorativo, individuale, ecc.
Cos’è il Training autogeno
Il Training Autogeno, letteralmente sta ad indicare l’allenamento (training) che si genera da sé (autogeno).
Come abbiamo già detto, grazie al Training Autogeno si possono padroneggiare alcune sensazioni corporee, contattare le proprie emozioni e modificare lo stato mentale.
Johannes Heinrich Schultz e da Oscar Vogt, hanno infatti dimostrato che le nostre idee, le nostre immagini mentali “i film che ci facciamo”, incidono sulle nostre sensazioni corporee, sul nostro umore, sul nostro stato emotivo.
In generale, il Training Autogeno permette di diventare pienamente coscienti di se stessi, ovvero sviluppare la capacità di “un’attenzione che si libra imparziale”, come citava Freud.
Imparziale nel senso che c’è una parte di noi che, in modo non giudicante, è attenta a quello che accade in noi stessi.
In modo più specifico essere consapevoli di se stessi implica porre attenzione ai nostri pensieri, alle nostre emozioni e sensazioni e ai comportamenti così come sono senza alcuna interpretazione e distorsione.
Questo può risultare complicato da attuare a causa delle nostre difese e del funzionamento del sistema nervoso che ci portano a non vedere la realtà stessa così come è.
A volte risulta, infatti, molto doloroso prendere atto di determinati nostri problemi.
Come utilizzare il Training Autogeno
L’utilità del Training Autogeno è incredibilmente meravigliosa.
Può essere utilizzato per:
- Recupero energetico.
- Profondo benessere.
- Migliorare la gestione di sé.
- Mantenere la calma di fronte a situazioni emotive negative (stressanti) e che provocano ansia.
- Migliorare le prestazioni (sportive, lavorative, artistiche, scolastiche, ecc).
Benefici del Training Autogeno
Col Training Autogeno si possono avere grandi benefici in tutte le attività (lavorative, sportive, artistiche e scolastiche, letteralmente si può usare in ogni tipo di situazione), migliorando la concentrazione e la memoria, le relazioni in quanto si avverte un notevole cambiamento nella propria personalità.
Questo è reso possibile dal fatto che grazie alla pratica di questa tecnica si ha un cambiamento della nostra struttura profonda.
Dal punto di vista psicologico significa cambiare atteggiamenti mentali radicati, abbandonare vecchie abitudini e modificare credenze e convinzioni. Significa usare in modo diverso il pensiero, l’attenzione e la concentrazione.
Nel caso specifico praticando il training autogeno ci si avvia, gradualmente, verso il “non fare” mentre normalmente ci si addestra a “fare” qualcosa.
Possiamo, quindi, riassumere il Training Autogeno come una tecnica che insegna a fermarsi e ad avere ritmi più naturali.
Alternando momenti di tensione a momenti di relax. Per poter avere padronanza di queste fasi e poterle distinguere con facilità bisogna esercitarsi moltissimo.
Il fermarsi e stare in uno stato di profondo rilassamento significa permettere a se stessi di elaborare e assimilare le informazioni accumulate in precedenza interrompendo la tendenza di accumulare dati in eccesso.
Il training autogeno è utile a tutti e in tutti i casi.
Ecco un elenco dei benefici:
- Aumento della capacità di concentrazione e di memoria.
- Eliminare e controllare il dolore (cefalee, emicranie, ecc.).
- Maggiore autodeterminazione e autocrontrollo.
- Eliminare le abitudini negative (fumo, alcoolismo, ecc.).
- Eliminare l’insonnia.
- Diminuire l’ansia e le paure/fobie.
- Disturbi della sessualità.
- Disturbi psicosomatici (asma, nevrosi cardiache, malattie della pelle, allergie, ulcera gastrica, ecc.) Preparazione al parto.
Gli esercizi del Training Autogeno
Lo schema sequenziale Il Training Autogeno ha uno schema sequenziale che prevede sei esercizi, di cui i primi due di base e i restanti quattro complementari.
I due esercizi basilari sono:
- pesantezza: produce il rilassamento dei muscoli e aiutano a sciogliere le tensioni muscolare. Per eseguirlo concentrati su una zona del corpo alla volta e cerca di visualizzarla percependola in tutta la sua pesantezza. Una volta concluso il ciclo presta attenzione ai punti di contatto tra il corpo e la terra, immaginando di sprofondare nel pavimento. Rimani sempre in ascolto del tuo corpo. Quando senti di aver concluso passa all’esercizio successivo.
- Calore: il secondo esercizio mira a ottenere dei cambiamenti a livello della circolazione nei vari distretti muscolari, accrescendo il rilassamento acquisito attraverso il primo esercizio. Questo esercizio si rivela utile per coloro che soffrono di disturbi di circolazione e rappresenta un valido metodo di riscaldamento mentale dei muscoli che devono essere impegnati in uno sforzo fisico. Come nel precedente esercizio anche in questo caso visualizza ogni singola parte del corpo in successione cercando di percepirne tutto il calore. Quindi ascolta il corpo e, quando sei pronti, passa al prossimo esercizio.
- Cuore: il terzo esercizio è orientato a creare un contatto profondo con il tuo ritmo interiore, favorendo in questo modo l’accettazione della tua vita affettiva-emotiva. Questa sintonia con il tuo “centro emozionale” aiuta ad alleviare le somatizzazioni che riguardano problematiche circolatorie centrali come la tachicardia che sorgono da situazioni ansiogene, come gli attacchi di panico. La pratica consiste nel visualizzare il tuo cuore. Dirigi l’attenzione verso il tuo battito. Ripetiti mentalmente la frase: “il mio cuore ha un battito regolare e tranquillo”. Prosegui fino a quando avverti un senso di armonia, quindi passa alla fase del “sentirti” e infine preparati per l’esercizio seguente.
- Respiro: il quarto esercizio porta nuovamente a concentrarsi sul tuo respiro. Come per l’esercizio precedente, in questo passaggio poni l’attenzione alla tua respirazione ripetendoti la frase: “il mio respiro è regolare e tranquillo”. Con queste prime quattro tecniche di rilassamento sarai in grado di sperimentare uno stato di calma assoluta e i pensieri negativi o stressanti, dovrebbero iniziare a zittirsi.
- Plesso solare: il quinto esercizio coinvolge il plesso solare, una struttura nervosa al di sotto del diaframma tra lo stomaco e la colonna vertebrale collegato a numerosi organi interni (stomaco, intestino, fegato, pancreas, milza, reni e ghiandole surrenali). Rilassare questa parte aiuta in caso di problemi digestivi, gastrici o di altri dolori legati a questi organi. L’esercizio consiste nel dirigere la propria attenzione al plesso solare. Visualizzalo, quindi rilassalo: avverti il suo calore e la sua progressiva distensione, allentando i muscoli addominali. Ripetiti mentalmente la frase “il mio plesso solare è caldo in maniera molto piacevole”, per attivare una vasodilatazione localizzata nella zona addominale, ma che andrà a interessare tutti gli organi adiacenti. Mettiti, come sempre, in ascolto del tuo corpo e preparati all’ultimo esercizio.
- Fronte fresca: il sesto esercizio serve a rilassare la mente svuotandola e rigenerandola. Mentre la fronte calda si associa a febbre e stress, il suo raffreddamento è connesso alla lucidità e alla capacità di prendere decisioni con il giusto distacco emotivo. Visualizza questa parte del corpo immaginandola fresca e leggera. Resta concentrato e rilassato e presta attenzione alla risposta del tuo organismo. Ripeti a te stesso: “la mia fronte è gradevolmente fresca”.
Se eseguiti correttamente gli esercizi portano a una sensazione finale di calma profonda. Attraverso l’allenamento e la ripetizione costante lo stato di tranquillità arriverà in modo spontaneo, senza doverlo ricercare attivamente, ma producendosi in maniera, appunto “autogena”.
Quando riuscirai a raggiungere la distensione totale della mente in breve tempo e in maniera molto spontanea, potrai aggiungere altre varianti, chiamate proponimenti, a questi sei esercizi. Ottimi da impiegare per migliorare le proprie prestazioni fisiche, mentali o professionali o per abbandonare una brutta abitudine. Per esempio, se vuoi smettere di fumare, durante la pratica dei sei esercizi ripetiti che “il fumo ti è completamente indifferente”.
Stress, paure, fobie, timidezza, stati d’ansia o di irritabilità possono essere superati tramite questa portentosa tecnica di autosuggestione.
Provare, in fondo, non costa nulla!
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